Interferenti Endocrini: il Decalogo del Ministero dell'Ambiente per evitarli

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greensoul
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Interferenti Endocrini: il Decalogo del Ministero dell'Ambiente per evitarli

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Un decalogo redatto a cura del Ministero dell'Ambiente e dell'Istituto Superiore di Sanità, che ci indica i rischi derivanti dall'esposizione a sostanze considerate Interferenti Endocrini (IE). Una guida per informare i cittadini consumatori sui comportamenti e le scelte per evitare il contatto con tali sostanze presenti in molti prodotti di uso quotidiano.

Il sito ufficiale del Ministero dell'Ambiente è http://www.minambiente.it/

Il decalogo spiega che:
"Gli interferenti endocrini (IE) sono sostanze chimiche che possono alterare l'equilibrio ormonale degli organismi viventi, esseri umani compresi. Gli IE possono quindi "accendere", "spegnere" o modificare i normali segnali inviati dagli ormoni: i loro effetti sono preoccupanti, proprio perché insidiosi e subdoli.

Ma quali sostanze sono IE?
Anche se l'elenco non è definitivo, è oramai piuttosto nutrito e comprende:
- sostanze che persistono a lungo nell'ambiente e si concentrano negli organismi viventi, e quindi anche negli alimenti. Alcune (ad es. i PCB diffusi in passato come lubrificanti) sono vietate da diversi anni, altre vengono prodotte da processi di combustione, come le diossine, e altre ancora, definite persistenti, sono presenti in prodotti di uso quotidiano (PFOS/PFOA e PBDE);

- alcuni pesticidi, anche se si tratta di sostanze attentamente valutate e controllate, verso cui si mantiene alta l'attenzione in tutta Europa;

- alcune sostanze non persistenti, ma con cui spesso entriamo in contatto nella nostra vita quotidiana, come alcuni ftalati (ad esempio il DEHP) ed il bisfenolo A. Sono sostanze "meno tossiche" rispetto ai più noti pesticidi o diossine, anche se meno note e controllate di altri interferenti endocrini.

Perché gli IE ci preoccupano? L'equilibrio ormonale è fondamentale per la crescita e lo sviluppo del feto e del bambino: pensiamo al ruolo di estrogeni e testosterone per il corretto sviluppo sessuale e la pubertà, o della tiroide per lo sviluppo cerebrale. Lo stesso IE può indurre effetti molto diversi nei maschi e nelle femmine, perciò la valutazione degli IE deve tenere conto della vulnerabilità legata all'età ed al sesso.

I danni prodotti dagli IE sono confermati da ricerche mediche che indicano che le persone più esposte hanno un maggiore rischio di malattie riproduttive (infertilità, abortività, endometriosi ecc...), di disturbi comportamentali nell'infanzia, e forse anche di diabete e di alcuni tipi di cancro (testicolo, mammella, ecc...).
Infine, anche dosi molto basse di diversi IE nell'ambiente e negli alimenti, con la stessa azione, potrebbero sommarsi sino ad indurre un effetto tossico significativo (effetto cocktail).

La comunità internazionale sta affrontando il problema e l'Unione Europea, in particolare, attraverso il regolamento REACH, ha promosso un programma di regolamentazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche presenti sul mercato, anche allo scopo di sostituire quelle maggiormente preoccupanti, come gli IE.

Alcuni IE sono già vietati in taluni prodotti (ad esempio il bisfenolo A nei biberon); per altri IE i livelli negli alimenti e in diversi prodotti sono in quantità regolamentata per legge per prevenire rischi per la salute. Tuttavia le normative si stanno evolvendo con lo sviluppo delle conoscenze scientifiche.
I cittadini non possono certo sostituirsi all'azione delle autorità italiane ed europee, ma possono adottare nella vita quotidiana comportamenti responsabili ed intelligenti per proteggere la propria salute, quella dei propri figli e dell'ambiente in cui vivono.
Effetti_interferenti_endocrini_su_ormoni.jpg
Effetti_interferenti_endocrini_su_ormoni.jpg (51.86 KiB) Visto 2733 volte
(immagine estratta dal decalogo del Ministero Ambiente)

L'impatto degli interferenti endocrini (IE) sull'ambiente può essere considerevole se si tiene conto della loro presenza ubiquitaria, in alcuni casi della loro persistenza, nonché dei loro potenziali effetti sugli esseri viventi.
Le principali fonti di rischio ambientali da IE sono rappresentate da comportamenti non conformi alla vigente legislazione, dai processi di lavorazione e smaltimento industriali e dallo smaltimento non corretto dei prodotti che contengono plastiche, colle, vernici, ecc... Gli IE caratterizzati da elevata persistenza ambientale hanno maggior capacità di accumulo negli organismi.

Attraverso la catena alimentare si determina il trasferimento da un organismo a un altro, con conseguente aumento di concentrazioni lungo la catena alimentare (vedi illustrazione). Gli inquinanti che possono interferire con la funzione degli ormoni sessuali sono di particolare rilievo per tutti gli organismi, soprattutto per gli effetti che possono avere sulla conservazione delle specie ed il mantenimento della biodiversità. La presenza di interferenti endocrini nell'ambiente viene valutata attraverso il monitoraggio ambientale utilizzando campioni di acqua, suolo e sedimenti e l’utilizzo di animali sentinella (organismi indicatori). Dalla comparazione dei dati ottenuti si determina lo stato della qualità ambientale e gli effetti sugli organismi. Gli effetti avversi osservati negli organismi in habitat naturali (acquatici e terrestri), confermati da studi condotti in laboratorio, includono alterazioni delle funzioni tiroidea e riproduttiva, con diminuita sopravvivenza dei nati e alterazioni nello sviluppo.
Tali effetti avversi possono verificarsi anche negli esseri umani in quanto esposti sia attraverso l’ambiente sia come ultimo anello della catena alimentare. Quindi la salvaguardia dell’ambiente ha un ruolo fondamentale per la tutela della salute umana.

PRESENTAZIONE DEL DECALOGO

La popolazione utilizza molteplici sostanze chimiche attraverso i prodotti di consumo, l’ambiente di vita e l’alimentazione. Le misure di controllo in atto garantiscono che le sostanze presenti siano al di sotto dei livelli di rischio stabiliti dalla legge. Le ricadute principali dell’esposizione agli interferenti endocrini (IE) riguardano la salute riproduttiva e dell’età evolutiva, quindi i giovani adulti ed i bambini.
Quali misure si possono attuare per ridurre l’esposizione a tali sostanze? Uno degli obiettivi della ricerca scientifica e quindi della legislazione vigente è la individuazione di sostanze che presentino minori rischi. Ma anche comportamenti e
stili di vita consapevoli possono ridurre l’esposizione e la vulnerabilità dell’organismo proteggendolo da un sovraccarico di contaminanti; tali comportamenti comprendono un’attenta osservanza delle indicazioni riportate in etichetta dei prodotti e un corretto utilizzo degli stessi, nonché la conoscenza di possibili IE che provengano da processi naturali, quali ad esempio gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) derivanti dalle parti “bruciate” dei cibi o da combustioni non adeguatamente controllate.

Dalle conclusioni dello studio PREVIENI è emersa l’esigenza di informare il cittadino sulle sostanze oggetto della ricerca e di fornirgli indicazioni utili. Da qui prende vita il Decalogo che ha lo scopo di promuovere delle semplici norme comportamentali
che possono aiutare a ridurre l’esposizione agli IE.

LE SCHEDE

Le schede presentate, a supporto del Decalogo, forniscono informazioni sugli interferenti endocrini presi in esame nello Studio PREVIENI.
Per ogni contaminante la scheda fornisce informazioni dettagliate in merito alla natura della sostanza (cosa sono), agli effetti (cosa fanno), alle situazioni della vita quotidiana in cui ci si può imbattere in tali sostanze (dove si trovano).
Sulla base di queste informazioni vengono forniti consigli per ridurre l’esposizione e vengono indicati alcuni comportamenti da seguire. Attraverso la conoscenza di queste informazioni il cittadino può adottare scelte e comportamenti consapevoli
utili alla riduzione del rischio.



Il decalogo completo si può consultare a questo link: Interferenti endocrini decalogo Ministero_Ambiente revisione 13/03/2014
Decalogo_interferenti_endocrini.jpg
Decalogo_interferenti_endocrini.jpg (32.78 KiB) Visto 2725 volte
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A questi link i post delle singole schede del decalogo:
I composti perfluorati PFOS e PFOA: cosa sono, come evitarli

Il dietilesilftalato DEHP: che cos'è, come evitarlo

Idrocarburi policiclici aromatici IPA: cosa sono, come evitarli

I Polibromodifenileteri PBDE: cosa sono, come evitarli

Bisfenolo A: che cos'è, come evitarlo



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