Buco dell'ozono più piccolo ma è ancora un problema

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marcosiena
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Buco dell'ozono più piccolo ma è ancora un problema

Messaggio da marcosiena »

Ciao a tutto il forum. Scrivo di un argomento che non è stato ancora trattato ed è da non dimenticare. Parlo del buco dell'ozono che mi sta' a cuore.
Dalle notizie di questi giorni si è saputo che quest'anno è cresciuto meno e si è chiuso prima.
Si forma in Antartide iniziando di solito la sua comparsa in primavera, poi è ben visibile verso agosto, raggiunge il picco ad ottobre e si richiude alla fine di novembre o inizi di dicembre.

Questo mese di novembre da pochi giorni gli scienziati di Copernicus Atmosphere Monitoring Service hanno registrato la scomparsa del buco, dopo averlo monitorato a partire da agosto.

Questo dato è certamente positivo, ma non è la soluzione del problema.

Lo scienziato Antje Inness, Cams Senior Scientist dice che "Un improvviso riscaldamento stratosferico in Antartide ha generato un vortice polare meno stabile e più caldo del solito, con conseguente riduzione dell'esaurimento dell'ozono".

Nel 2019 quindi il vortice polare era insolitamente caldo e più debole rispetto alla media, consentendo una miscelazione maggiore con l'aria esterna ricca di ozono. Questi eventi hanno limitato l'entità della distruzione dell'ozono nei mesi di settembre e ottobre 2019 in Antartide.

E' perciò questo il motivo che nel 2019 il buco dell'ozono sia stato uno dei più piccoli registrati dalla metà degli anni '80 fino ad oggi.

Come apprendo dalla notizia che ho letto su adnkronos.com, Vincent-Henri Peuch, Head of the Copernicus Atmosphere Monitoring Service, spiega che "le dimensioni eccezionalmente ridotte del buco dell’ozono e la sua rimarginazione in tempi record non si traducono automaticamente in un miglioramento delle condizioni dello strato di ozono. Questi eventi dimostrano semplicemente la grande variabilità dei buchi dell'ozono da un anno all'altro".

Gli scienziati ribadiscono che per chiudersi del tutto ci vorranno ancora molti decenni e sono ancora necessari gli sforzi internazionali per diminuire le sostanze nocive che lo provocano.

Vorrei anche io mettere l'accento sull'importanza dell'ozono che è indispensabile per la vita sul pianeta Terra. L'ozono protegge dalle radiazioni ultraviolette UV che sono nocive.

La causa dell'apertura del buco la conosciamo tutti ed è dovuta all'inquinamento che ha raggiunto picchi molto alti alla fine del XX secolo. Particolarmente dannosi sono stati i clorofluorocarburi (CFC) e gli idrofluorocarburi (HFC), questi hanno creato la comparsa annuale del buco dell'ozono nelle regioni polari.

Le peggiori emissioni vengono da refrigeranti, pesticidi, solventi, aerosol tutte sostanze derivanti dall'attività umana!

E' vero che da quando è apparso il buco dell'ozono si sono attivate delle iniziative internazionali come il protocollo di Montreal del 1987 che è stato firmato da 196 Stati e dall'Unione europea. Grazie a queste azioni, sono state eliminate le sostanze più dannose e c'è sta una parziale riparazione dello strato di ozono, ma dalle previsioni si potranno vedere gli effetti di guarigione del buco solo entro il 2060.

Il buco si forma in Antartide perché cloro e bromo contenuti nelle sostanze chimiche usate dall'uomo, si accumulano all'interno del vortice polare e rimangono inattive. Poi con le temperature basse dei poli (fino a -78 gradi Celsius) si formano nubi che attivano reazioni chimiche e quando il sole sorge sopra il Polo gli atomi di cloro e bromo vengono rilasciati nel vortice distruggendo le molecole di ozono con la conseguente formazione del buco.

(adnkronos.com/sostenibilita/risorse/2019/11/11/buco-dell-ozono-chiuso-prima-non-guarito_YpnqwmpQdzFUsT5Wq7Vm2M.html?refresh_ce)
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Re: Buco dell'ozono più piccolo ma è ancora un problema

Messaggio da Bioeco »

marcosiena ha scritto:
12/11/2019, 22:48
Ciao a tutto il forum. Scrivo di un argomento che non è stato ancora trattato ed è da non dimenticare. Parlo del buco dell'ozono che mi sta' a cuore.
Dalle notizie di questi giorni si è saputo che quest'anno è cresciuto meno e si è chiuso prima.
Di solito si forma in Antartide, iniziando la comparsa in primavera, poi è ben visibile verso agosto, raggiunge il picco ad ottobre e si richiude alla fine di novembre o inizi di dicembre.

Questo mese di novembre da pochi giorni gli scienziati di Copernicus Atmosphere Monitoring Service hanno registrato la scomparsa del buco, dopo averlo monitorato a partire da agosto.

Questo dato è certamente positivo, ma non è la soluzione del problema.

Lo scienziato Antje Inness, Cams Senior Scientist dice che "Un improvviso riscaldamento stratosferico in Antartide ha generato un vortice polare meno stabile e più caldo del solito, con conseguente riduzione dell'esaurimento dell'ozono".

Nel 2019 quindi il vortice polare era insolitamente caldo e più debole rispetto alla media, consentendo una miscelazione maggiore con l'aria esterna ricca di ozono. Questi eventi hanno limitato l'entità della distruzione dell'ozono nei mesi di settembre e ottobre 2019 in Antartide.

E' perciò questo il motivo che nel 2019 il buco dell'ozono sia stato uno dei più piccoli registrati dalla metà degli anni '80 fino ad oggi.

Come apprendo dalla notizia che ho letto su adnkronos.com, Vincent-Henri Peuch, Head of the Copernicus Atmosphere Monitoring Service, spiega che "le dimensioni eccezionalmente ridotte del buco dell’ozono e la sua rimarginazione in tempi record non si traducono automaticamente in un miglioramento delle condizioni dello strato di ozono. Questi eventi dimostrano semplicemente la grande variabilità dei buchi dell'ozono da un anno all'altro".

Gli scienziati ribadiscono che per chiudersi del tutto ci vorranno ancora molti decenni e sono ancora necessari gli sforzi internazionali per diminuire le sostanze nocive che lo provocano.

Vorrei anche io mettere l'accento sull'importanza dell'ozono che è indispensabile per la vita sul pianeta Terra. L'ozono protegge dalle radiazioni ultraviolette UV che sono nocive.

La causa dell'apertura del buco la conosciamo tutti ed è dovuta all'inquinamento che ha raggiunto picchi molto alti alla fine del XX secolo. Particolarmente dannosi sono stati i clorofluorocarburi (CFC) e gli idrofluorocarburi (HFC), questi hanno creato la comparsa annuale del buco dell'ozono nelle regioni polari.

Le peggiori emissioni vengono da refrigeranti, pesticidi, solventi, aerosol tutte sostanze derivanti dall'attività umana!

E' vero che da quando è apparso il buco dell'ozono si sono attivate delle iniziative internazionali come il protocollo di Montreal del 1987 che è stato firmato da 196 Stati e dall'Unione europea. Grazie a queste azioni, sono state eliminate le sostanze più dannose e c'è sta una parziale riparazione dello strato di ozono, ma dalle previsioni si potranno vedere gli effetti di guarigione del buco solo entro il 2060.

Il buco si forma in Antartide perché cloro e bromo contenuti nelle sostanze chimiche usate dall'uomo, si accumulano all'interno del vortice polare e rimangono inattive. Poi con le temperature basse dei poli (fino a -78 gradi Celsius) si formano nubi che attivano reazioni chimiche e quando il sole sorge sopra il Polo gli atomi di cloro e bromo vengono rilasciati nel vortice distruggendo le molecole di ozono con la conseguente formazione del buco.

(adnkronos.com/sostenibilita/risorse/2019/11/11/buco-dell-ozono-chiuso-prima-non-guarito_YpnqwmpQdzFUsT5Wq7Vm2M.html?refresh_ce)
mipiace;) Grazie marcosiena per le notizie che hai condiviso sul forum. Inseriamo un'immagine per riportare il post anche sui canali social.


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