"Sin dalla prima infanzia il bambino viene condizionato a considerare la natura non come qualcosa di cui è parte integrante, come il suo istinto più profondo gli suggerisce, ma come qualcosa di estraneo, da sfruttare e piegare ai propri fini individuali. Questa visione, e questa finalità, è stata giustamente rettificata dai cambiamenti dei paradigmi scientifici e delle mode intellettuali, ma l'alienazione di fondo è rimasta identica e la visione dominante continua a esigere che l'uomo prenda attivamente in mano la gestione del mondo, compresa l'ecologia. La lentezza dell'evoluzione naturale, che si protrae per milioni di anni, non è più ritenuta accettabile. Per quanto difficile sia, la natura e la vita devono essere controllate dall'uomo e non lasciate al loro corso naturale. Le poche e insignificanti scoperte della scienza ci hanno resi ciechi alla realtà ineluttabile che il sottile equilibrio e l'armonia dell'universo sono mantenuti da processi naturali straordinariamente complessi, di cui l'uomo ha una conoscenza davvero nebulosa.
Ma questa situazione presenta anche degli aspetti interessanti.
Quando Konrad Zuse creò uno dei primi computer, pensava che i computer avrebbero aiutato l'uomo a svelare i segreti più nascosti della natura, e così è stato. Nella fisica teorica è impensabile condurre degli esperimenti senza l'uso dei computer, e nelle comunicazioni e nella sfera privata il computer sta apportando significativi cambiamenti. E' evidente che in futuro lo sviluppo tecnologico subirà una potente accelerazione. I computer diventano sempre più piccoli e dotati di memori sempre più ampie. Un altro aspetto interessante è che nel secolo a venire alcune industrie saranno gestite unicamente da computer, all'inizio solo in parte e poi completamente. Già oggi i computer progettano i loro stessi componenti e si occupano di tutto il processo manifatturiero quasi senza intervento umano, fatto che renderà completamente obsoleto il lavoro dell'uomo. Probabilmente verranno creati dei sistemi in grado di riprodurre se stessi. Forse si arriverà al punto che i computer penseranno che la natura, inclusi gli esseri umani, sia un mondo da conquistare e controllare con la tecnologia? Forse i computer si sostituiranno all'intelletto umano che sta dimenticando che le sue radici affondano nell'organismo stesso che presume di migliorare? Il fatto è che la coscienza tecnica razionale è aliena alla natura dell'uomo quanto lo era l'anima sovrannaturale. Inoltre, la natura e l'uomo sono considerati oggetti e studiati con metodi che li pongono all'esterno e che li rendono quindi diversi dall'osservatore soggettivo. In altre parole, ciò che pensiamo che la natura sia al suo interno sono semplici concetti esteriori, mere ipotesi che dipendono dalla moda culturale del momento.
La conoscenza interiore della natura può avvenire solo attraverso un'intuizione naturale, spontanea, mentre tuttora presenta uno iato, una scissione tra corpo e mente, spirito e natura, soggetto e oggetto, controllore e controllato, cioè polarità degli opposti.
Ma recenti scoperte scientifiche hanno rivelato che queste divisioni sono fuorvianti, presentandoci al loro posto un mondo in cui gli eventi sono interdipendenti, "un'immensa complessità di rapporti in sottilissimo equilibrio, un nodo infinito che non ha un capo per scioglierlo e sistemarlo così secondo un presunto ordine". Ciò significa che in questo mondo di rapporti bipolari interdipendenti (senza soluzione di continuità) niente esiste se non sulla base di altre cose.
E' quindi ridicolo che l'uomo consideri il mondo come qualcosa di esterno a se stesso e che può controllare dal di fuori, ritenendo che le proprie radici siano al di fuori del mondo che sta osservando.
L'uomo e la natura sono un unico fenomeno, non due..[...]"
(Tratto da: La Verità definitiva di Ramesh Balsekar)
L'individuo e la natura - Ramesh Balsekar
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