Rimedi naturali per schiarire le macchie della pelle

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Bioeco
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Rimedi naturali per schiarire le macchie della pelle

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Un problema sempre più frequente è quello delle macchie della pelle dovute a diversi fattori, fra cui:
- esposizione al sole;
- squilibri ormonali;
- malattie metaboliche;
- gravidanza;
- assunzione di farmaci o utilizzo di prodotti fotosensibilizzanti;
- predisposizione genetica;
- invecchiamento della pelle.

Ho trovato un estratto da una famosa rivista in cui si elencano i principi naturali che agiscono contro le macchie scure della pelle (dette anche "melasma" o "cloasma" quando interessano determinate zone del viso e si presentano a chiazze).


Tratto dalla rivista Erboristeria Domani - Cec Editore:

"La tipologia d'intervento degli estratti schiarenti di origine vegetale è abbastanza uniforme e fa leva quasi esclusivamente sull'inibizione dell'enzima tirosinasi, chiave nella produzione di melanina. Molte delle sostanze che passeremo in rassegna trovano impiego come ingredienti puri all'interno di formulazioni fitocosmetiche, ma in alcuni casi è la droga che le contiene ad essere utilizzata (grezza o, meglio, in estratto).

Idrochinone

Può agire sia bloccando la melanogenesi come substrato alternativo della tirosinasi, sia come agente citotossico selettivo per i melanociti. L'impiego dell'idrochinone a dosi elevate dà spesso fenomeni irritativi e presenta il rischio di tossicità correlato all'uso prolungato. Per questo motivo è stato vietato l'utilizzo dell'idrochinone come agente schiarente della pelle, mentre rimane confermato il suo impiego nelle tinture per capelli a una concentrazione dello 0.3%.

Arbutina

E' un glucoside idrochinonico, che si trova in natura nelle foglie dell'uva ursina e nelle sommità fiorite dell'erica e di altre Ericaceae. Il meccanismo d'azione depigmentante è dovuto alla competizione per il legame con i recettori della tirosinasi, ottenuto grazie all'idrochinone ottenuto per idrolisi. L'esistenza del glucoside detemina l'assenza degli effetti collaterali indotti dall'idrochinone puro. Risulta sicura nel trattamento dell'iperpigmentazione cutanea, attivo anche contro le efelidi indotte da UV. Un estratto acquoso di Uva Ursina titolato al 10% in arbutina è efficace quanto l'idrochinone al 4%, ma garantisce un effatto più prolungato nel tempo e meno rischi di tossicità.

Alfa-idrossiacidi

(Acido citrico, lattico, glicolico, tricloroacetico. . .) intervengono nei processi di rinnovamento dello strato corneo, consentendo di rallentare, se non di evitare, la ipercheratinizzazione. Essi non agiscono sulla sintesi della melanina, ma agiscono sul sintomo. Alte concentrazioni di a-idrossiacidi hanno un' azione prevalentemente esfoliante, con una conseguente riduzione dello spessore dello strato corneo, un aumento di tutti gli strati vitali della cute, un rinnovamento degli strati superficiali, e di conseguenza un aumento della luminosità e un effetto schiarente generalizzato: l'eliminazione degli strati più esterni e melanizzati determina lo schiarimento ed una maggiore luminosità. Tra gli alfa idrossiacidi utilizzati nel trattamento delle ipercromie, l'acido glicolico è da preferire, perché ha un'azione più superficiale. La concentrazione di acido glicolico va da un 15%, per i cosmetici a uso domiciliare, a oltre il 50% per i trattamenti medici. Un loro eccesso causa irritazioni e danni alla cute e sebbene vengano impiegati come composti puri, la loro presenza in molti frutti ne determina l'impiego anche nella fitocosmesi propriamente detta.

Acido retinoico

Utilizzato nella terapia dell'acne, si è dimostrato efficace anche nel trattamento delle ipercromie. Il meccanismo d'azione è strettamente collegato alla attività esfoliante; sono coinvolti anche l'allontanamento e la dispersione dei granuli di melanina dai cheratinociti. L'acido retinoico è indicato nel melasma di tipo epidermico, soprattuto in concomitanza di effetti di fotoinvecchiamento precoce. Durante il trattamento è necessario evitare l'esposizione agli UV poiché questi ultimi possono causare un'intensa irritazione sulla pelle.

Alfa-tocoferolo (Vitamina E)

Oltre a bloccare l'attacco dei radicali liberi sugli acidi grassi insaturi, inibisce l'attività della tirosinasi svolgendo la funzione di schiarente cutaneo. Particolarmente efficace sembra essere a riguardo il suo estere ferulato, ovvero ottenuto per reazione con l'acido ferulico, un componente presente in molte droghe di uso cosmetico, come l'olio di riso.

Acido azelaico

E' prodotto in natura dal lievito Pityrosporum ovalis, responsabile nell'uomo della pityriasis versicolor, una patologia cutanea caratterizzata dalla comparsa di chiazze bianche dovuta all'azione depigmentante dell'acido azelaico. Il meccanismo d'azione si basa sull'inibizione competitiva dell'attività della tirosinasi. L'acido azelaico manifesta la sua migliore azione depigmentante sulle cheratosi solari e senili pigmentate, ma anche nella terapia del melasma; non manifesta azione schiarente su pelle normale, lentiggine senile o nevi in generale. L'acido azelaico non è fotosensibilizzante e ha una buona tollerabilità, ma purtroppo presenta alcuni problemi tecnologici, come la difficile solubilizzazione nei più comuni substrati cosmetici. Se ne usa solitamente il sale potassico del suo derivato con la glicina, l'azeoil-glicinato.

Acido ascorbico

Questo acido ed i suoi derivati non inibiscono direttamente la tirosinasi, bensì agiscono come riducenti sugli intermedi della melanina, bloccando a vari livelli le reazioni ossidative della melanogenesi. Possiede tre importanti proprietà: ha un effetto inibente la melanogenesi, bloccando la catena di reazioni di ossidazione da tirosina a melanina, promuove la sintesi di collagene e infine ha attività aliti-radicali liberi. Purtroppo è estremamente sensibile all'esposizione all'ossigeno e va pertanto inserito in formulazioni che lo proteggano o, meglio ancora, è usato come ascorbato.

Acido kojico

Inattiva la tirosinasi chelando gli ioni rame, fondamentali per l'attivazione della tirosina. Viene prodotto attraverso processi biotecnologici da Aspergillus oryzae, ma anche da matrici vegetali come la crusca di riso e l'olio che si ottiene come sottoprodotto residuo della lavorazione del cacao. Come l'acido ascorbico si degrada facilmente, chelando altri metalli e pigmentando i prodotti. Si preferisce usarne gli esteri, più stabili.

Estratto di radice di liquirizia (Glycyrrhiza glabra)

Ha mostrato attività depigmentante mediante inibizione della melanogenesi principalmente bloccando l'attività della tirosinasi. Il responsabile dell'azione sembra essere un flavonoide.

Catechine e polifenoli

Alcuni polifenoli semplici, come le catechine del tè verde e quelle di Areca catechu (Palmetta di Betel), devono diverse loro azioni alla capacità di inibire selettivamente alcuni enzimi. Tra questi vi è anche la tirosinasi, il che ne consente l'impiego come schiarenti. Oltre alle catechine sembrano manifestare questa particolare attività anche il resveratrolo (che può essere utilizzato anche in quei casi in cui un eccesso di alfa-idrossiacidi ha determinato irritazioni) presente nel vino rosso ed in alcune specie del genere Polygonum. esso viene ossidato dalla tirosinasi ed il prodotto di questa reazione esercita una forte azione inibente a carico dell'enzima.

Un altro acido polifenolico ad azione schiarente è l'acido ellagico estratto dal melograno, dalle galle di quercia e dal castagno. La sua azione schiarente è particolare e differisce dalle precedenti in quanto presenta una specificità. Esso infatti sembra avere un'azione a lunga durata, non limitata al momento dell'applicazione. La pelle trattata con acido ellagico, infatti, tende a ripigmentarsi molto più lentamente.

Acidi grassi insaturi (PUFA)

Esistono indicazioni, sebbene frammentarie e incomplete, circa l'uso degli acidi oleico, linoleico e linolenico come schiarenti."


"Gli uomini discutono, la Natura agisce." (Voltaire)

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