Agricoltura biologica cos'è? Qual'è la normativa?

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Agricoltura biologica cos'è? Qual'è la normativa?

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La nuova normativa sull'Agricoltura Biologica che entrerà in vigore dal 2021, si basa sul Regolamento (UE) 2018/848 del 30 Maggio 2018 che ha sostituito il precedente Regolamento CE 834/2007.

Con la definizione "Agricoltura biologica" si intende un tipo di coltivazione e di allevamento che impiega solo sostanze naturali, presenti in natura ed esclude l'uso di sostanze di sintesi chimica quali: concimi, diserbanti, insetticidi. Inoltre in agricoltura biologica si esclude l'uso di OGM (organismi geneticamente modificati) come da art. 11 "Divieto di uso di OGM" (pagg.26-27).

Coltivare secondo i metodi di Agricoltura biologica significa rispettare i cicli della natura ed evitare lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali (acqua, suolo, aria), mantenendo un sistema di equilibrio fra ambiente e produzione.

Come espresso nel testo del Regolamento: "La produzione biologica risulta credibile solo se accompagnata da verifiche e controlli efficaci in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione."

Come si coltiva secondo i metodi di Agricoltura biologica?

Per mantenere un buon equilibrio fra produzione ed ambiente si adottano delle azioni che rientrano nel summenzionato regolamento, ovvero:
  • rotazione pluriennale delle colture;
  • uso di colture da sovescio e leguminose a breve termine;
  • ricorso alla diversità vegetale;
  • concimazione con effluenti di allevamento o con sostanza organica (preferibilmente compostati), di produzione biologica.
E' ammesso l'uso di fertilizzanti organici compostati, il cui elenco è inserito nel Regolamento. Per rendere il suolo fertile è importante la rotazione delle colture, cioè "tra una coltura e il suo ritorno sullo stesso terreno", è necessario che "ci sia la coltivazione di almeno due cicli di colture diverse, di cui almeno uno composto da leguminose o da un sovescio".

Si deve anche avere cura di scegliere le varietà di colture più adatte al territorio, che abbiano capacità di resistenza contro le avversità e le piante infestanti.

Ci sono poi accorgimenti tecnici che aiutano ad aumentare la biodiversità e garantire la presenza di predatori naturali dei parassiti, in modo tale da creare un microcosmo ideale alla coltivazione senza uso di chimiche. Un esempio è la creazione di siepi ed alberature che oltre a proteggere da agenti atmosferici ed inquinanti esterni, diventa l'habitat naturale di specie animali che proteggono le colture.

Mentre, con la tecnica della consociazione, si ha coltivazione contemporanea di piante di specie diversa sullo stesso appezzamento di terreno, che in agricoltura biologica è fondamentale.

Cos'è la Certificazione biologica?

Per Certificazione biologica si intende una certificazione di PROCESSO, e non di prodotto. Questo significa che le norme sono volte ad assicurare che la produzione avvenga secondo criteri che rispettino l'ambiente. Il prodotto è solo il risultato di un sistema produttivo in equilibrio con la natura, che non ha causato danni all'ambiente e di conseguenza dovrà essere privo di residui di fitofarmaci o altre chimiche di sintesi.

Come si fanno le Certificazioni?

I controlli presso le aziende saranno annuali, ma possono diventare biennali se per tre anni consecutivi l'azienda ha rispettato tutte le regole.

Le aziende che hanno un fine comune, possono adottare una "certificazione di gruppo" in modo da abbattere i costi, questa è una novità del Regolamento europeo, ma è già praticata in altre parti del mondo.

"(85)- I piccoli agricoltori e gli operatori che producono alghe o animali di acquacoltura nell'Unione si trovano a far fronte individualmente a costi di ispezione e oneri amministrativi connessi alla certificazione biologica relativamente elevati. È opportuno autorizzare un sistema di certificazione di gruppo al fine di ridurre i costi di ispezione e di certificazione e i relativi oneri amministrativi, rafforzare le reti locali, contribuire allo sviluppo di migliori sbocchi di mercato e assicurare parità di condizioni con gli operatori dei paesi terzi. È dunque opportuno introdurre e definire il concetto di «gruppo di operatori», nonché stabilire norme che tengano conto delle esigenze e delle capacità in termini di risorse dei piccoli agricoltori e operatori." (pag. 12).

Per quanto riguarda le importazione di prodotti biologici da paesi extra-EU, gli operatori non-EU dovranno certificarsi con gli stessi criteri del nuovo Regolamento europeo. Quindi sarà possibile importare prodotti biologici provenienti da paesi extra-EU solo se certificati con i medesimi criteri stabiliti dalle normative in vigore.

Come si interviene se ci sono contaminazioni?

Ci sono aziende che producono sia biologico che convenzionale; queste aziende dovranno occuparsi di garantire la separazione delle coltivazioni, in modo che non avvengano contaminazioni. Dovranno anche stabilire in modo chiaro le demarcazioni fra unità di produzione biologica, in conversione e convenzionale ed i relativi prodotti che ne derivano.

Se ci fossero contaminazioni accidentali, la normativa europea stabilisce una soglia massima consentita. Potrebbe infatti, accidentalmente accadere che residui di prodotti di sintesi usati nel campo vicino possa contaminare le produzioni biologiche.
In questo caso l'azienda deve dimostrare che la contaminazione è avvenuta in modo imprevisto e se rientra in una soglia consentita, otterrà la certificazione biologica. Se vi fosse un superamento della soglia, il certificato non verrà rilasciato.

A questo link i Commenti di FederBio sul nuovo regolamento sull'agricoltura biologica

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