Protezioni e Creme solari quali scegliere? Cos'è il fattore SPF?

Come e cosa scegliere: informazioni utili e novità nel settore dei prodotti di cosmesi, detergenti e benessere.
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Protezioni e Creme solari quali scegliere? Cos'è il fattore SPF?

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Il tema dei prodotti di protezione solare è complesso e trovare una crema che abbia una formulazione perfetta è davvero difficile. Inoltre bisogna subito chiarire che creme solari ecologiche al 100% non ce ne possono essere perché per dare la giusta protezione bisogna aggiungere filtri solari che si distinguono nel gergo comune in chimici e fisici.

Quali sono i filtri solari?

I filtri solari servono a schermare i raggi UVB e UVA, e possono essere chimici come salicilati, cinnamati, oxybenzone, octylcrylene (riescono a schermare radiazioni UVA, UVB e UVC) o fisici (minerali metallici) come il biossido di titanio (titanium dioxide) e l'ossido di zinco (zinc oxide) che schermano da raggi UVA e UVB.
Un prodotto solare valido deve schermare sia gli UVA che gli UVB che sono la maggiore causa di scottature.

I filtri definiti "chimici" sono molto inquinanti per l'ambiente e sono da evitare in quanto interferenti endocrini.
I filtri definiti "fisici" o "minerali" sono meno nocivi solo se nella forma NON NANO, ma anch'essi hanno un impatto sull'ambiente seppur minore e possono contenere residui di altri metalli come il piombo.

La distinzione fra chimici e fisici può essere fuorviante facendo credere che quelli fisici o minerali non abbiano chimica, in realtà sono sempre elementi chimici che sono sottoposti ad un loro processo di lavorazione.

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(Foto estratta dalla pagina: anteritalia.org/creme-solari-bio-cosa-sono-e-quali-effetti-hanno-sullambiente)


Il fattore di protezione SPF (Sun Protection Factor)

Oltre ai filtri solari, bisogna valutare anche l'SPF cioè il Fattore di Protezione Solare.
Su Wikipedia si legge: "Il fattore di protezione solare è un numero indicato sui cosmetici che contengono filtri solari e che definisce la capacità di difendere la pelle dall'insulto attinico, in particolare da radiazioni UVB."

Negli anni sono state regolamentate le indicazioni di protezione da riportare sul prodotto solare e sono state introdotte le seguenti classi:
  • - bassa protezione
  • - media protezione
  • - alta protezione
  • - molto alta.
Otto valori di SPF:
  • - da 6 fino a 10 = bassa
  • - da 15 a 25 =media
  • - da 30 a 50 = alta
  • - 50+ = molto alta.
Fra le due indicazioni quella che bisogna prendere più di riferimento è la classe piuttosto che l'SPF poiché definire il valore di quest'ultimo è molto complesso e il calcolo segue dettami diversi in base al paese.

Il fattore SPF si riferisce alla quantità di raggi UV che vengono filtrati e si può dire che un raggio UV corrisponde ad un SPF.
Sempre su Wikipedia si legge in merito al valore SPF: Il significato di tale numerazione è identificato come una dose di esposizione, durata x potenza radiante x area, multipla della dose che produce eritema. Un SPF 50 dovrebbe portare cioè all'eritema solare con una dose di esposizione 50 volte più alta rispetto a quella previsto in assenza di protezione. Per definizione l'SPF utilizza un marcatore biologico, l'eritema, variabile individualmente, ma funzione della irradianza ultravioletta che raggiunge effettivamente la pelle. Con buona approssimazione, nei primi minuti dopo l'applicazione, l'SPF può indicare la quantità di radiazione filtrata dal prodotto. Un SPF 50 lascerebbe passare non più di un 1/50 della radiazione solare ovvero il 2%, fermandone il 98%. Un SPF 30 lascerebbe passare non più di un 1/30, fermandone il 97%. La misurazione della quantità di radiazione filtrata dal prodotto consente di stimare in vitro l'SPF con la tecnica di Diffrey-Robson.

:arrow: E' dunque sbagliato considerare il valore SPF come indicazione del tempo che si può trascorrere al sole senza danni e scottature. In realtà un SPF50 potrebbe richiedere applicazioni più frequenti di un SPF15 o SPF30 in base alla formulazione ed alla stabilità del prodotto.
Altro importante dato è che il valore SPF si riferisce al rapporto fra quantità applicata e la superficie di pelle, per cui per avere la protezione SPF indicata nella crema solare è necessario applicare 2mg/cm2 (ovvero 2 milligrammi di prodotto per centimetro quadrato di superficie di pelle).

La scelta del solare più adatto andrà poi fatta anche sulla conoscenza del proprio fototipo di pelle e a questo link c'è un articolo che ne parla distinguendone i diversi tipi: Fototipi pelle e raggi UV
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Come scegliere il prodotto solare più adatto?

Riepilogando la scelta va fatta innanzitutto considerando il proprio fototipo e se la pelle è già abbronzata o meno.
Poi bisogna considerare gli ingredienti cosmetici contenuti evitando i filtri chimici sopra citati in quanto interferenti endocrini.
Scegliere una crema che abbia una buona tenuta e stabilità e che non contenga filtri NANO.

Vanno bene le creme che hanno Ossido di Zinco e Biossido di Titanio che sono minerali metallici, ma al momento è la scelta meno problematica, fermo restando che non possono considerarsi ecosostenibili al 100%.

Nella valutazione per la scelta del prodotto solare bisogna aggiungere la durata dell'esposizione, l'ora, la posizione geografica e le condizioni meteorologiche. Nei bollettini meteo vengono date le informazioni anche sulla quantità di raggi UV presenti durante l'arco della giornata.

In linea di massima per avere rispetto della propria pelle bisognerebbe partire con un filtro SPF30 per poi passare dopo che la pelle è già abbronzata ad un SPF15.
Se si ha un fototipo I o II la protezione dovrà essere sempre alta.
Se si hanno problemi di macchie cutanee, discromie, melasma o cloasma l'esposizione al sole è controindicata, ma qualora non ci si voglia rinunciare bisogna mantenere protezioni molto alte e stabili.

Ingredienti da evitare nella lista INCI di un prodotto solare

Gli ingredienti da evitare nei prodotti solari sono: l'oxybenzone, i salicilati, i cinnamati e octylcrylene (allergeni e interferenti endocrini).

Evitare anche l'additivo retinyl palmitate (Vitamina A) poiché da alcuni studi è emerso che può causare danni alla pelle.

Attenzionare che il prodotto solare NON contenga: petrolati, parabeni, siliconi e coloranti.

Preferire creme spalmabili alle versioni spray, perché è più facile applicare la quantità di prodotto necessario facendo uno strato più spesso.

Non necessariamente una crema solare con SPF50 0 50+ è più efficace di una con SPF30 perché dipende dalla stabilità e durata sulla pelle, nonché da tutti gli altri fattori summenzionati.

Le creme solari proteggono dal melanoma?

Un mito da sfatare è che le creme solari possano prevenire e proteggere dai melanomi. Purtroppo è dimostrato da ricerche e dati raccolti che l'uso di creme solari non incide sulla minore comparsa di tumori alla pelle.

La rivista medica svizzera Revue médicale suisse, dedica un articolo all'argomento intitolato “Il mito delle creme solari“, a firma del direttore Bertrand Kiefer.

I dati che sostengono la tesi si fondano su un'analisi pubblicata in aprile 2018 che sintetizza 29 ricerche con più di 300.000 persone coinvolte. Se ne conclude che non c’è alcun beneficio provato da parte dei filtri solari nella prevenzione del cancro alla pelle.

Come affermato da Kiefer: "Le persone che applicano più creme non hanno avuto meno melanomi di altri“, ciò non mette chiaramente in discussione l'efficacia della protezione contro le scottature causate dai raggi UVB.

Secondo la rivista di medicina l'unica prevenzione dai melanomi sono i corretti comportamenti e cioè "evitare i colpi di sole e proteggere i bambini con mezzi naturali".

E' inoltre importante fare controllare le macchie della pelle e i nei da un dermatologo.


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Amelia
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Condivido un articolo del sito fitoplus.com/blog/le-sostanze-da-evitare-nelle-protezioni-o-creme-solari/ sui filtri solari chimici da evitare

[...]Oxybenzone (benzofenone-3): l'oxybenzone è un composto organico utilizzato come ingrediente nelle creme solari poiché è in grado di assorbire i raggi UVA e UVB. Si tratta di uno dei composti più utilizzati anche nelle creme e nei cosmetici che riportano la sigla SPF.

I ricercatori hanno analizzato i campioni di urina di circa 2500 persone e hanno trovato nelle urine di 96 persone alte concentrazioni di oxybenzone, prevalentemente in quelle delle donne. Alcuni studi di laboratorio hanno dimostrato che questo ingrediente penetra nella pelle, favorendo l'aumento di radicali liberi che danneggiano il DNA quando si è esposti al sole. Questo significa che i potenziali danni al DNA possono comprendere anche l'insorgenza di tumori della pelle.
Inoltre, è stato provato che l'oxybenzone può provocare disturbi al sistema ormonale, causando l'indebolimento dell'attività estrogenica.

Octinoxate (octy- Metoxycinnamate): l'octinoxate è l'ingrediente più utilizzato nelle creme solari perché ha altissime capacità protettive contro i raggi UVB ed è meno irritante rispetto ad altri composti. Chiamato anche metossicinnamato ottile, è un composto organico formato da acido metossicinnamico e 2-etilesanolo.
Si presenta sotto forma di liquido trasparente, è insolubile in acqua, assorbe le radiazione ultraviolette ed è approvato dall' FDA in formulazioni per la cura della pelle al 7,5%.

Tuttavia, è un ingrediente instabile poichè, se esposto alla luce solare, la sua efficacia è compromessa. Il danno che i raggi UV provocano alla pelle sembrerebbe aumentare con la presenza di octinoxate e gli effetti negativi tra cui l'aumento dei radicali liberi, persisterebbero anche dopo l'esposizione. Alcuni studi hanno anche evidenziato un legame con questa sostanza e l'attività estrogenica negli animali ma per quanto riguarda l'uomo non sono stati ancora fatti studi specifici.

PABA: è una sostanza chimica naturale presente nell'acido folico, nelle vitamine e in diversi alimenti tra cui grano, uova, latte e carne. Dal momento che è presente in alimenti naturali, si potrebbe pensare che PABA sia un ingrediente innocuo per la salute umana, in realtà non è così. Alcuni studi hanno evidenziato la pericolosità di questo ingrediente se usato per via topica e quindi nelle creme solari.

PABA è stato introdotto in cosmetica nel 1970 ed è utilizzato come filtro solare grazie alla sua capacità naturale di assorbire raggi UV responsabili delle scottature della pelle. La maggior parte delle protezioni solari di oggi non contengono più PABA a causa del suo alto potere allergizzante. Il PABA può danneggiare il DNA, liberando i radicali liberi durante l'esposizione al sole.

Homosalate: si tratta di un composto organico a base di acido salicilico e 3,3,5-trimethylcyclohexano in grado di assorbire i raggi ultravioletti ed in particolare i raggi UVB che sono associati all'insorgenza di tumori. Gli studi hanno dimostrato che le cellule cancerogene responsabili del tumore al seno, in presenza di homosalate, crescono più del normale. Tale sostanza influisce molto sull'attività estrogenica a tal punto da essere pericolosa in gravidanza.

Octocrylene: è un composto ottenuto dall'unione di diphenylcyanoacrylate e 2-etilesanolo che ha un aspetto trasparente e una consistenza oleosa. Tale ingrediente è in grado di proteggere la pelle dai raggi UVB e ha ottime capacità idratanti. Purtroppo, agisce da fotosensibilizzatore aumentando la produzione di radicali liberi quando la pelle è esposta al sole. Addirittura, studi scientifici hanno dimostrato che questa sostanza dopo 60 minuti di esposizione al sole, causa più danni di quelli che si avrebbero senza l'uso di alcuna protezione. L'octocrylene ha anche altamente allergizzante e spesso causa dermatite da contatto.

Octisalate: è un composto simile all'homosalate, assorbe la luce UV, protegge la pelle e ha proprietà emollienti . Questo composto protegge dai raggi UVB entro un certo intervallo ma è piuttosto debole e non è efficace contro i raggi UVA. Per questo motivo è poco usato e spesso è combinato con altri ingredienti che hanno capacità protettive più elevate. Il suo difetto sta nel fatto che permette agli altri ingredienti presenti nella formula e potenzialmente pericolosi (come conservanti o profumi) di penetrare facilmente nella pelle.

Avobenzone: è considerato l'ingrediente più sicuro tra tutti. Esso è in grado di assorbire i raggi UV su una vasta lunghezza d'onda ed è uno dei pochi composti che offre protezione contro i raggi UVB e UVA. Si trova in moltissimi prodotti solari, ma anche in trucchi e creme per le labbra. Non ha alcun effetto sull'equilibrio ormonale e non penetra nella pelle.

Purtroppo non è molto stabile e quando viene esposto al sole si rompe e compromette la sua capacità di proteggere la pelle. Dopo 2 ore di esposizione al sole l'avobenzone perde circa l'85% della sua efficacia contro i raggi UVA. Alcuni studi hanno mostrato che questa sostanza tende ad irritare la pelle durante l'esposizione al sole. Esso può causare un aumento di allergie e dermatiti e può aumentare la produzione di radicali liberi danneggiando DNA e proteine.


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Re: Protezioni e Creme solari quali scegliere? Cos'è il fattore SPF?

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Un articolo interessante del sito ewg.org sui filtri solari (tradotto).

IL PROBLEMA DEGLI INGREDIENTI NELLE CREME SOLARI

La crema solare è un prodotto unico per la cura del corpo: i consumatori sono diretti ad applicare uno strato spesso su ampie aree del corpo e riapplicare frequentemente. Pertanto, gli ingredienti nella crema solare non dovrebbero essere irritanti o causare allergie cutanee e dovrebbero essere in grado di resistere a potenti radiazioni UV senza perdere la loro efficacia o formando prodotti di degradazione potenzialmente dannosi. Le persone possono potenzialmente inalare gli ingredienti negli spray solari e ingerire alcuni degli ingredienti che applicano alle loro labbra, quindi gli ingredienti non devono essere dannosi per i polmoni o gli organi interni. Inoltre, i filtri solari comprendono comunemente ingredienti che agiscono come "promotori della penetrazione" e aiutano il prodotto ad aderire alla pelle. Di conseguenza, molti prodotti chimici per la protezione solare vengono assorbiti nel corpo e possono essere misurati in campioni di sangue, latte materno e urine.

Gli ingredienti attivi in ​​filtri solari sono disponibili in due forme, filtri minerali e chimici. Ciascuno utilizza un meccanismo diverso per proteggere la pelle e mantenere la stabilità alla luce del sole. I filtri solari più comuni sul mercato contengono filtri chimici. Questi prodotti includono in genere una combinazione di due a sei dei seguenti principi attivi: ossibenzone, avobenzone, ottatonato, octocrilene, omosalato e ottattossato. I filtri solari minerali utilizzano ossido di zinco e / o biossido di titanio. Una manciata di prodotti combinano l'ossido di zinco con i filtri chimici.

Studi di laboratorio indicano che alcuni filtri UV chimici possono imitare gli ormoni ei medici riportano allergie cutanee correlate alla protezione solare, il che solleva questioni importanti sulle conseguenze indesiderate della salute umana dovute alla frequente applicazione della protezione solare.

La Food and Drug Administration non ha esaminato le prove dei potenziali rischi dei filtri solari - invece è stato utilizzato per gli ingredienti utilizzati alla fine degli anni '70 quando ha iniziato a prendere in considerazione la protezione solare. L'EPA danese ha recentemente esaminato la sicurezza degli ingredienti attivi nella protezione solare e ha concluso che la maggior parte degli ingredienti mancava di informazioni per garantire la loro sicurezza (EPA 2015 danese). Sedici dei 19 ingredienti studiati non avevano informazioni sul loro potenziale di causare il cancro. E mentre gli studi pubblicati suggeriscono che diversi filtri chimici interagiscono con il sesso umano o con gli ormoni tiroidei, nessuno degli ingredienti ha avuto informazioni sufficienti per determinare i potenziali rischi per l'uomo derivanti da interruzioni ormonali.

EWG ha esaminato i dati esistenti sull'esposizione umana e la tossicità per i nove prodotti chimici per la protezione solare più comunemente utilizzati. Il più preoccupante è l'oxibenzone, che è stato aggiunto a quasi il 65% dei filtri solari non minerali nella banca dati sulle protezioni solari 2018 di EWG. L'ossibenzone può causare reazioni cutanee allergiche (Rodriguez 2006). Negli studi di laboratorio è un estrogeno debole e ha potenti effetti anti-androgeni (Krause 2012, Ghazipura 2017).

Il Centers for Disease Control and Prevention rileva regolarmente l'ossibenzone in oltre il 96% della popolazione americana. I partecipanti allo studio che hanno riferito di utilizzare la crema solare hanno esposizioni più elevate di ossibenzone (Zamoiski 2015). Gli investigatori dell'Università della California, Berkeley, hanno recentemente segnalato un calo drammatico dell'esposizione delle ragazze adolescenti all'ossibenzone nei cosmetici quando sono passati dai loro prodotti abituali a quelli che non contenevano questa sostanza chimica (Harley 2016).

In una recente valutazione dei dati sull'esposizione raccolti da CDC per bambini americani, i ricercatori hanno scoperto che i ragazzi adolescenti con misurazioni di ossibenzone più alte avevano livelli di testosterone totali significativamente più bassi (Scinicariello 2016). Lo studio non ha trovato un effetto simile nei ragazzi o nelle ragazze più giovani. I ricercatori hanno avvertito che i loro risultati sono un'istantanea di un giorno invece di uno studio controllato sull'effetto delle esposizioni di più giorni.

Altri tre studi hanno riportato associazioni statisticamente significative tra esposizione a ossibenzone durante la gravidanza e gli esiti della nascita. Uno ha riportato gravidanze più brevi nelle donne che gestivano neonati maschi, due hanno riportato un aumento del peso alla nascita nei maschietti e una ha trovato un peso alla nascita inferiore nelle figlie (Ghazipura 2017).

Gli studi di dosaggio intenzionale nelle persone sono rari. In uno studio, i volontari umani hanno applicato una lozione con oxybenzone e altri due ingredienti per la protezione solare. I ricercatori hanno riportato una diminuzione minore ma statisticamente significativa del testosterone negli uomini, accompagnata da un lieve aumento dell'inibina B, un altro ormone sessuale maschile (Janjua 2004). I ricercatori hanno concluso che queste differenze erano variazioni normali e non attribuite all'esposizione alla luce solare, ma i critici sostengono che le esposizioni erano troppo corte per essere conclusive (Krause 2012).

Data la pervasività delle esposizioni di ossibenzone, sono necessari ulteriori studi per valutare l'associazione tra oxibenzone e la distruzione dell'ormone nei bambini e negli adulti.

L'EWG raccomanda ai consumatori di evitare i filtri solari con l'ossibenzone. Ma gli utenti di creme solari sono esposti anche ad altri ingredienti attivi. Margaret Schlumpf dell'Università di Zurigo ha rilevato l'ossibenzone e altri quattro filtri solari nel latte materno svizzero, indicando che il feto in via di sviluppo ei neonati potrebbero essere esposti a queste sostanze (Schlumpf 2008, Schlumpf 2010). Ha rilevato almeno una sostanza chimica per la protezione solare nell'85 percento dei campioni di latte.

Alcuni esperti avvertono che l'esposizione involontaria e la tossicità dei principi attivi erodono i benefici dei filtri solari (Krause 2012, Schlumpf 2010). Ma la maggior parte degli esperti conclude che sono necessari test più sensibili per determinare se gli ingredienti chimici della protezione solare comportano rischi per gli utenti abituali (Draelos 2010, Gilbert 2013).

Tossicità degli ingredienti attivi
Questa tabella delinea le informazioni sull'esposizione umana e sulla tossicità per nove prodotti chimici per la protezione solare approvati dalla FDA. Abbiamo posto queste domande:

La sostanza chimica penetrerà nella pelle e raggiungerà i tessuti viventi?
Interferirà il sistema ormonale?
Può influire sui sistemi riproduttivo e tiroideo e, nel caso di esposizione fetale o infantile, alterare in modo permanente lo sviluppo o il comportamento riproduttivo?
Può causare un'allergia cutanea?
Cosa succede se viene inalato?
Altri problemi di tossicità?

chimico Punteggio di rischio EWG Utilizzati negli schermi solari statunitensi Penetrazione della pelle Interruzione ormonale Allergia alla pelle Altre preoccupazioni Riferimenti
Filtri UV con maggiori problemi di tossicità
Oxybenzone 8 Molto diffuso Rilevato in quasi tutti gli americani; trovato nel latte materno; Penetrazione cutanea dall'1% al 9% negli studi di laboratorio Estrogeno debole, moderato anti-androgeno; associato ad alterato peso alla nascita negli studi sull'uomo Attività simile agli ormoni; sistema riproduttivo, tiroide e alterazioni comportamentali negli studi sugli animali N / A Janjua 2004, Janjua 2008, Sarvei 2004, Gonzalez 2006, Rodriguez 2006, Krause 2012, Ghazipura 2017
Octinoxate (Octylmethoxycinnamate) 6 Molto diffuso Trovato nel latte delle madri; meno dell'1% di penetrazione cutanea negli studi umani e di laboratorio Attività simile agli ormoni; sistema riproduttivo, tiroide e alterazioni comportamentali negli studi sugli animali Tassi moderati di allergia cutanea N / A Krause 2012, Sarveiya 2004, Rodriguez, 2006, Klinubol 2008
Filtri UV con problemi di tossicità moderata
Homosalate 4 Molto diffuso Trovato nel latte delle madri; penetrazione cutanea inferiore all'1% negli studi umani e di laboratorio Sconvolge estrogeni, androgeni e progesterone N / A Prodotti di degradazione tossici Krause 2012, Sarveiya 2004, SCCNFP 2006
Octisalate 3 Molto diffuso; stabilizza l'avobenzone Penetrazione della pelle in studi di laboratorio N / A Raramente segnalato allergia cutanea N / A Walters 1997, Shaw 2006 Singh 2007
Octocrylene 3 Molto diffuso Trovato nel latte delle madri; penetrazione cutanea negli studi di laboratorio N / A Tassi relativamente elevati di allergia cutanea N / A Krause 2012, Bryden 2006, Hayden 2005
Filtri UV con problemi di tossicità inferiori
Titanium Dioxide (Diossido di Titanio) 2 (uso topico), 6 (polvere o spray) Molto diffuso Nessuna scoperta della penetrazione cutanea Nessuna evidenza di disturbo ormonale Nessuna Preoccupazioni per inalazione Gamer 2006, Nohynek 2007, Wu 2009, Sadrieh 2010, Takeda 2009, Shimizu 2009, Park 2009, IARC 2006b
Zinc Oxide (Ossido di Zinco) 2 (uso topico), 4 (polvere o spray) Molto diffuso; eccellente protezione UVA Penetrazione cutanea inferiore allo 0,01% in volontari umani Nessuna evidenza di disturbo ormonale Nessuna Preoccupazioni per inalazione Gulson 2012, Sayes 2007, Nohynek 2007, SCCS 2012
Avobenzone 2 Molto diffuso; migliore protezione UVA dei filtri chimici Penetrazione della pelle molto limitata Nessuna evidenza di disturbo ormonale Il prodotto di scomposizione causa tassi relativamente elevati di allergia cutanea Instabile al sole, deve essere miscelato con stabilizzatori Klinubol 2008, Bryden 2006, Hayden 2005, Montenegro 2008, Nash 2014
Mexoryl SX 2 Raro; in attesa di approvazione della FDA; offre una buona protezione UVA stabilePenetrazione cutanea inferiore allo 0,16% nei volontari umani Nessuna evidenza di disturbo ormonale L'allergia cutanea è rara N / A Benech-Kieffer 2003, Fourtanier 2008
Sei altri ingredienti approvati negli Stati Uniti sono usati raramente in filtri solari: benzofenone-4, benzofenone-8, mentil antranilato, PABA, Padimate O e trolamina salicilato

Interruzione ormonale
Diversi filtri chimici comuni sembrano essere interferenti endocrini. Un gran numero di studi su animali e cellule ha dimostrato che le sostanze chimiche influenzano la riproduzione e lo sviluppo alterando gli ormoni riproduttivi e tiroidei, sebbene l'evidenza sia mista per alcuni studi (Krause 2012). Gli studi sugli animali riportano un numero inferiore di spermatozoi e anomalie dello sperma dopo esposizione a oxybenzone e octinoxate, pubertà ritardata dopo esposizione a octinoxate e alterazione del ciclo estrale per topi femmina esposti a oxibenzone. Recentemente, ricercatori danesi hanno riferito che otto dei 13 ingredienti chimici per la protezione solare consentiti negli Stati Uniti hanno segnalato la segnalazione di calcio di spermatozoi maschili in test di laboratorio, che i ricercatori suggeriscono potrebbe ridurre la fertilità maschile (Endocrine Society 2016).

Poiché la maggior parte dei dati di pericolo è generata da studi su animali, è difficile determinare le implicazioni per la salute umana dell'esposizione a una miscela di ingredienti che alterano l'ormone nella crema solare.

Oltre alla relazione tra livelli di ossibenzone e testosterone negli adolescenti, le indagini preliminari di un gruppo di ricercatori del National Institutes of Health e della State University di New York, Albany, suggeriscono un legame tra maggiori concentrazioni di benzofenoni e scarso successo riproduttivo negli uomini in cerca di assistenza in una clinica della fertilità. Gli uomini con maggiori esposizioni al benzofenone-2 e / o al 4-idrossossibenzone avevano una qualità dello sperma più scarsa (Louis 2015), e hanno riferito che ci voleva più tempo per i loro partner a concepire (Buck-Louis 2014). Le esposizioni femminili all'ossibenzone e alle sostanze chimiche correlate sono state collegate ad un aumentato rischio di endometriosi (Kunisue 2012).

Filtri solari minerali
I filtri solari minerali sono fatti con ossido di zinco e biossido di titanio, solitamente sotto forma di nanoparticelle.

Ci sono buone prove che particelle di zinco o di titanio piccole penetrano nella pelle per raggiungere i tessuti viventi. Pertanto, i filtri solari minerali tendono ad essere valutati meglio dei filtri solari chimici nel database della protezione solare EWG. Tuttavia, è importante che i produttori utilizzino forme di minerali rivestite con sostanze chimiche inerte per ridurre la fotoattività. In caso contrario, gli utenti potrebbero subire danni alla pelle. Ad oggi, non sono stati segnalati problemi di questo tipo.

La FDA dovrebbe stabilire delle linee guida e porre restrizioni sullo zinco e sul titanio nelle creme solari per ridurre al minimo i rischi per gli utenti della protezione solare e massimizzare la protezione solare di questi prodotti. La nostra analisi dettagliata delle nanoparticelle in filtri solari è disponibile qui: Nanoparticelle nei filtri solari.

Ingredienti inattivi
La FDA deve anche dare un'occhiata da vicino ai cosiddetti ingredienti inattivi nelle creme solari. Questi in genere rappresentano dal 50 al 70 percento di un prodotto per la protezione solare

Un ingrediente in particolare è un motivo di preoccupazione: il conservante metilisotiazolinone. Il metilisotiazolinone viene usato da solo o in miscele con un conservante chimico correlato chiamato metilcloroisotiazolinone. L'American Contact Dermatitis Society ha definito il metilisotiazolinone come il suo "allergene dell'anno" nel 2013. Quest'anno, l'EWG ha trovato il metilisotiazolinone elencato nelle etichette di 44 filtri solari - un calo rispetto ai 94 prodotti del 2017.

Studi di laboratorio indicano che il metilisotiazolinone è un sensibilizzatore della pelle o un allergene. Negli ultimi anni, i medici hanno segnalato casi gravi di allergie cutanee, in particolare nei bambini esposti al metilisotiazolinone, dalle salviette per neonati e altri prodotti destinati a essere lasciati sulla pelle (Chang 2014). In uno studio pubblicato nel 2014, i ricercatori della Baylor University hanno esaminato gli ingredienti di 152 prodotti per la cura del corpo dei bambini etichettati come "ipoallergenici" e hanno trovato metilisotiazolinone in 30 di loro (Schlichte 2014). Tre dei filtri solari presenti nel database di quest'anno sono commercializzati per l'uso sui bambini.

Nel 2015, i ricercatori di 15 cliniche negli Stati Uniti e in Canada hanno riportato un aumento delle allergie al metilisotiazolinone nei pazienti. I ricercatori hanno concluso che avevano documentato "l'inizio dell'epidemia di sensibilità ai metiostiazolinoni nel Nord America" ​​(Warshaw 2015).

Che il metilisotiazolinone sia diventato relativamente comune nella crema solare è motivo di preoccupazione perché gli utilizzatori di creme solari sono probabilmente esposti a concentrazioni significative di questa sostanza chimica. I prodotti che lo contengono sono destinati ad essere applicati a grandi porzioni del corpo e ad essere riapplicati spesso.

Nel marzo 2015, il Comitato scientifico europeo per la sicurezza dei consumatori ha concluso che nessuna concentrazione della sostanza chimica poteva essere considerata sicura nei cosmetici di bordo (EU SCCS 2014).

Ma il metilisotiazolinone è ancora consentito nei prodotti statunitensi. Nel 2014 il gruppo di esperti di Cosmetics Ingredient Review - un ente indipendente, finanziato dall'industria cosmetica che l'industria cosmetica americana paga per consigliarlo sulla sicurezza degli ingredienti cosmetici - ha detto all'industria che il metilisotiazolinone era sicuro per l'uso in prodotti per la cura del corpo a patto che i produttori inventare formulazioni che non causerebbero reazioni allergiche (CIR 2014). Dal momento che la FDA ha scarso potere legale per regolamentare la sicurezza degli ingredienti cosmetici, ha autorizzato l'industria cosmetica a controllarsi attraverso questo pannello CIR. Le raccomandazioni dell'ente non sono legalmente vincolanti per nessuna azienda. In diversi decenni, ha dichiarato che solo 12 ingredienti o gruppi chimici non sono sicuri (CIR 2017).

L'EWG raccomanda alla FDA di avviare un'indagine più approfondita sulla sicurezza di tutti gli ingredienti attualmente presenti nelle creme solari per garantire che nessuno di essi danneggi la pelle o causi altri effetti tossici nei consumatori.(ewg.org/sunscreen/report/the-trouble-with-sunscreen-chemicals/)


Tabella Valutazione Punteggio rischio ingredienti del sito EWG
Valutazione_punteggio_rischio_inci_cosmetici_EWG.jpg
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Re: Protezioni e Creme solari quali scegliere? Cos'è il fattore SPF?

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Articolo su nuovo studio clinico effettuato sui filtri chimici più comuni: Filtri solari dannosi: Avobenzone, Oxybenzone, Octocrylene ed Ecamsule

Lista ingredienti (nome inci) da evitare nelle creme solari:

- Butyl Methoxydibenzoylmethane;
- Ethylhexyl Salycilate
- Ethylhexyl triazone
- Octocrylene
- Octyldimethyl-PABA (OD-PABA)
- Ethylhexyl Methoxycinnamate o Octyl-Methoxycinnamate (OMC)
- Oxybenzone o Benzophenone-3 (Bp-3)
- 4-Methylbenzyliden Camphor (4-MBC)


"Gli uomini discutono, la Natura agisce." (Voltaire)
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