Listeriosi: che cos'è, come evitare il batterio. La guida per le donne in gravidanza

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greensoul
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Listeriosi: che cos'è, come evitare il batterio. La guida per le donne in gravidanza

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La listeriosi è causata dal batterio Listeria monocytogenes che è presente nel suolo, nell'acqua, nella vegetazione e nelle feci di molti animali che non manifestano sintomi.
La listeriosi si contrae attraverso l'ingestione di alimenti contaminati perché il batterio può diffondersi in diverse tipologie di cibo come: latte, formaggi, carni poco cotte, salumi, pesce e verdure.

E' un'infezione molto seria che è classificata come tossinfezione alimentare il cui primo caso si riscontrò nel 1929. E' tuttavia una malattia abbastanza rara con un'incidenza bassa, ma che se si diffonde causa gravi problemi di sanità pubblica.

Quali sono i soggetti più a rischio?
I soggetti più colpiti sono i neonati e i bambini, le donne in gravidanza, gli anziani e le persone immunodepresse.

Come si diffonde il batterio?

Il Listeria monocytogenes è un batterio Gram positivo, asporigeno, aerobio-anaerobio facoltativo, mobile a 28 °C per la presenza di flagelli peritrichi (da 1 a 5), catalasi positivo ma ossidasi negativo. Il microrganismo cresce in un range di temperatura molto largo (tra i + 3 °C e i 45 °C) con un optimum tra i 30 °C e i 38 °C. Presenta buona resistenza a varie condizioni di pH (tra 4,4 e 9,6) e temperatura, caratteristiche che lo rendono un potenziale contaminante di alimenti, anche se conservati in frigorifero.

Il genere Listeria appartiene all'ordine Bacillales, che include anche i generi Bacillus e Staphylococcus, del phylum Firmicutes.(Fonte Wikipedia)


E' un batterio che persiste nell'ambiente e riesce a sopravvivere anche in alimenti già lavorati e conservati sia refrigerati che sottovuoto.
Gli alimenti più a rischio sono: latte non pastorizzato e latticini (burro e formaggi freschi o molli), insaccati, carni fresche (es.patè), insalate preconfezionate, verdure surgelate contaminate, pesce affumicato.

La diffusione del batterio avviene dunque per ingestione diretta di cibi contaminati, mentre è più difficile contrarla da soggetti infetti o animali.

Come evitare di contrarre la listeriosi?

Con la cottura dei cibi il batterio muore già a 75°C in pochi minuti; si consiglia una giusta cottura di carne, pesce e verdure.
Il batterio ha capacità di riprodursi anche a temperature molto basse.

Le regole base per una buona prevenzione sono:
- lavare accuratamente verdura e frutta;
- pulire bene alimenti che sono a stretto contatto con la terra (es. patate, cetrioli, meloni);
- cuocere i cibi più a rischio;
- mantenere separati gli alimenti crudi da quelli cotti;
- pulire tutti gli utensili della cucina utilizzati per la preparazione di cibi crudi;
- mantenere il frigorifero igienizzato senza residui di carni o verdure crude;
- mantenere la temperatura del frigo al di sotto di 6°C per limitare l'eventuale riproduzione del batterio;
- conservare i cibi surgelati seguendo le indicazioni in etichetta.

Un'attenzione particolare va data alle donne in gravidanza per le quali l'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato una guida consultabile a questo link: Guida_come evitare_Listeria_Istituto_Superiore_Sanita.pdf

Sintomi della listeriosi

Fra i sintomi della listeriosi si segnalano: febbre alta, mal di testa, dolori e rigidità muscolari, confusione, diarrea e disturbi gastrointestinali.

I sintomi variano da soggetto a soggetto. Le conseguenze più gravi sono: meningite, peritonite, endocardite, colecistite, paralisi dei nervi cranici e perdita della funzionalità motoria.

La malattia può manifestarsi fino a due mesi dopo l'ingestione del cibo contaminato.

Se non si è soggetti a rischio, la malattia può avere un decorso più lieve con sintomi quali diarrea e febbre.

Il trattamento consiste nella somministrazione di antibiotici nel tempo più rapido possibile dopo la diagnosi.
Le misure cautelative intraprese dalle istituzioni statali sono la stretta sorveglianza della catena alimentare e il tempestivo ritiro degli alimenti sospettati di contaminazione.

Altre informazioni utili si trovano sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità in cui sono segnalati i Centri di riferimento e i contatti per le segnalazioni: http://old.iss.it/lsta/



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