Maltrattamento animali negli allevamenti con le nuove etichette non si hanno garanzie
Inviato: 23/03/2022, 23:23
Maltrattamento animali negli allevamenti con le nuove etichette non si hanno garanzie da quello che leggo in vari articoli.
Oggi ho infatti trovato un articolo di Lifegate che si intitola "Allevamenti, l’etichetta che inganna i consumatori e tradisce il benessere animale".
Già ci sono denunce di 14 organizzazioni perché quello che il Ministero della Salute e quello delle Politiche agricole stanno portando avanti, non garantisce né i consumatori, né gli animali.
Quello che Lifegate dice nell'articolo è questo: Il tema principale è che per informare correttamente i consumatori e per incentivare una transizione vera ci sono alcuni punti essenziali e imprescindibili:
“Si tratta di un vero e proprio autogol anche in termini di marketing, che lascerebbe il made in Italy sulla strada del vecchio modello di produzione ai danni di animali, ambiente e clima, svalutando completamente gli impegni già presi da produttori e aziende che stanno realmente lavorando su politiche di miglioramento del benessere animale, favorendo invece chi lavora ai margini degli standard minimi di legge, creando una sorta di concorrenza sleale e una comunicazione istituzionale molto fuorviante per i consumatori“, dichiarano le associazioni che aderiscono alla coalizione contro le #BugieInEtichetta (ovvero Animalisti italiani, Animal law italia, Animal Equality, Ciwf, Confconsumatori, Enpa, Essere Animali, Greenpeace, Lav, Leidaa, Legambiente, Oipa, The good lobby, Wwf Italia).
(lifegate.it/allevamenti-etichetta)
Oggi ho infatti trovato un articolo di Lifegate che si intitola "Allevamenti, l’etichetta che inganna i consumatori e tradisce il benessere animale".
Già ci sono denunce di 14 organizzazioni perché quello che il Ministero della Salute e quello delle Politiche agricole stanno portando avanti, non garantisce né i consumatori, né gli animali.
Quello che Lifegate dice nell'articolo è questo: Il tema principale è che per informare correttamente i consumatori e per incentivare una transizione vera ci sono alcuni punti essenziali e imprescindibili:
- L’introduzione di almeno cinque livelli diversificati per ogni specie chiaramente visibili in etichetta;
- La cancellazione dei riferimenti alla diminuzione delle emissioni di gas serra nella definizione di benessere animale – azione importante e necessaria ma del tutto scollegata da questa certificazione;
- La considerazione dei bisogni etologici di specie, della densità di animali e delle condizioni di trasporto tra i criteri atti a determinare il benessere animale.
“Si tratta di un vero e proprio autogol anche in termini di marketing, che lascerebbe il made in Italy sulla strada del vecchio modello di produzione ai danni di animali, ambiente e clima, svalutando completamente gli impegni già presi da produttori e aziende che stanno realmente lavorando su politiche di miglioramento del benessere animale, favorendo invece chi lavora ai margini degli standard minimi di legge, creando una sorta di concorrenza sleale e una comunicazione istituzionale molto fuorviante per i consumatori“, dichiarano le associazioni che aderiscono alla coalizione contro le #BugieInEtichetta (ovvero Animalisti italiani, Animal law italia, Animal Equality, Ciwf, Confconsumatori, Enpa, Essere Animali, Greenpeace, Lav, Leidaa, Legambiente, Oipa, The good lobby, Wwf Italia).
(lifegate.it/allevamenti-etichetta)