Oggi ho infatti trovato un articolo di Lifegate che si intitola "Allevamenti, l’etichetta che inganna i consumatori e tradisce il benessere animale".
Già ci sono denunce di 14 organizzazioni perché quello che il Ministero della Salute e quello delle Politiche agricole stanno portando avanti, non garantisce né i consumatori, né gli animali.
Quello che Lifegate dice nell'articolo è questo: Il tema principale è che per informare correttamente i consumatori e per incentivare una transizione vera ci sono alcuni punti essenziali e imprescindibili:
- L’introduzione di almeno cinque livelli diversificati per ogni specie chiaramente visibili in etichetta;
- La cancellazione dei riferimenti alla diminuzione delle emissioni di gas serra nella definizione di benessere animale – azione importante e necessaria ma del tutto scollegata da questa certificazione;
- La considerazione dei bisogni etologici di specie, della densità di animali e delle condizioni di trasporto tra i criteri atti a determinare il benessere animale.
“Si tratta di un vero e proprio autogol anche in termini di marketing, che lascerebbe il made in Italy sulla strada del vecchio modello di produzione ai danni di animali, ambiente e clima, svalutando completamente gli impegni già presi da produttori e aziende che stanno realmente lavorando su politiche di miglioramento del benessere animale, favorendo invece chi lavora ai margini degli standard minimi di legge, creando una sorta di concorrenza sleale e una comunicazione istituzionale molto fuorviante per i consumatori“, dichiarano le associazioni che aderiscono alla coalizione contro le #BugieInEtichetta (ovvero Animalisti italiani, Animal law italia, Animal Equality, Ciwf, Confconsumatori, Enpa, Essere Animali, Greenpeace, Lav, Leidaa, Legambiente, Oipa, The good lobby, Wwf Italia).
(lifegate.it/allevamenti-etichetta)