da fruttosa » 03/10/2016, 2:29
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"SURGELARE E CONGELARE I CIBI: NON È LA STESSA COSA
Spesso questi due termini vengono usati in sostituzione l’uno dell’altro, ma si tratta di un errore piuttosto comune. Qual è dunque la differenza fra surgelamento e congelamento?
Per “surgelamento” si intende quel procedimento industriale che, mediante l’utilizzo di macchinari estremamente potenti, porta rapidamente i prodotti a temperature molto basse (nella fase iniziale del processo anche a –80°C, per poi non superare i –18°C). La rapidità di questo processo è il fattore chiave: avvenendo in tempi molto brevi, all’interno dei prodotti si formano cristalli di ghiaccio di dimensioni estremamente ridotte, che una volta scongelati lasciano sostanzialmente inalterate le caratteristiche del prodotto.
Il processo di “congelamento”, invece, è quello che accade tutte le volte che riponiamo qualcosa nel freezer di casa. Il classico congelatore integrato nel frigorifero arriva a temperature generalmente comprese fra –6 e –18°C, perciò la formazione di cristalli di ghiaccio avviene più lentamente: ciò comporta la presenza di cristalli di dimensioni maggiori rispetto a quelli prodotti mediante il surgelamento. Come ben noto, la formazione di ghiaccio comporta un aumento in termini di volume e i grossi cristalli letteralmente fanno “esplodere” le strutture cellulari dei cibi. Al momento dello scongelamento, i cibi possono apparire afflosciati a causa della perdita di acqua. E con l’acqua se ne vanno irrimediabilmente anche le sostanze nutritive.
Dunque, i surgelati prodotti a livello industriale sono l’unico modo di preservare correttamente i cibi? Certamente no: esistono degli accorgimenti che permettono un’ottimale conservazione dei cibi anche a livello casalingo.
Quali sono i vantaggi del congelamento? Ovviamente, i prodotti si conservano molto più a lungo e questo ci consente di poter disporre di alcuni cibi che si trovano solo in periodi determinati dell’anno. Pensiamo ad esempio alla selvaggina, ai frutti di bosco, ed a tutti quegli alimenti di origine vegetale che risentono della stagionalità. Ma possiamo anche decidere di congelare perché abbiamo acquistato all’ingrosso (risparmiando) una grande quantità di prodotto che vogliamo consumare dilazionato nel un tempo. Oppure possiamo mettere in freezer piatti già pronti preparati da noi, come ad esempio sughi o arrosti, da scongelare in futuro nei casi di “emergenza” o quando la voglia di mettersi ai fornelli sarà particolarmente limitata.
Conoscere bene il proprio congelatore
Prima di tutto, è necessario conoscere nel dettaglio le caratteristiche del nostro elettrodomestico. Per quanto riguarda i congelatori, se ne trovano in genere abbinati al tradizionale frigorifero, ma esistono anche modelli più grandi e capienti (fino a 800 litri) che funzionano in autonomia. Che sia indipendente o integrato, ciascun congelatore è comunque contrassegnato da un simbolo grafico, ovvero una o più stelle, che permettono di identificare rapidamente la temperatura ed il periodo di conservazione garantiti (vedi tabella).
La principale differenza sta nella durata massima della conservazione, che indicativamente va da una settimana ad un anno; inoltre, mentre tutti i congelatori sono in grado di conservare i surgelati acquistati al supermercato, solo quelli che ricadono nella categoria “4 stelle” possono congelare efficacemente gli alimenti freschi.
I principali modelli di congelatore sono quelli “a banco” e “a muro”. I primi sono simili a grosse cassapanche, con un coperchio incernierato che si apre verso l’alto, gli altri invece assomigliano invece ai classici frigoriferi, e si aprono in modo analogo verso l’esterno. Entrambe le tipologie presentano pregi e difetti: mentre nei freezer a banco non si ha dispersione durante l’apertura dello sportello (perché il freddo tende a rimanere nelle zone basse), è difficile accedere ai prodotti sul fondo del congelatore, oppure a quelli ricoperti da altri cibi e pertanto non visibili. Ciò non accade nei congelatori verticali, che sono dotati di ripiani estraibili che consentono di trovare con rapidità quello che stiamo cercando. Purtroppo, l’apertura su tutta l’altezza del congelatore fa sì che il freddo tenda a disperdersi velocemente, pregiudicando potenzialmente le condizioni di conservazione ottimale.
La scelta di un modello o dell’altro va valutata caso per caso in base alle proprie esigenze, ma indipendentemente da questo è importante posizionare il nostro elettrodomestico lontano da qualsiasi fonte di luce diretta o di calore: una cantina o un garage sono il luogo ideale. Per garantire il corretto funzionamento dell’impianto refrigerante, è opportuno posizionare il freezer ad una distanza di almeno 10-15 cm dal muro: questo spazio consentirà la giusta circolazione di aria e il raffreddamento del motore.
Quali sono i cibi che si possono congelare
La regola generale indica che i fattori maggiormente in grado di influenzare la conservabilità sono rappresentati dal contenuto di acqua e dal tenore di grasso: più ce n’è, e meno il prodotto si conserva. Quindi, nonostante le tecnologie a disposizione e la nostra buona volontà, alcuni cibi proprio non si possono congelare. Quali? Ad esempio, maionese e salse a base di uova, creme, besciamella, budini, uova sode, alcuni tipi di verdura. E per gli altri cibi, esistono accorgimenti specifici caso per caso. Vediamo quali sono.
Carne
Prima di congelare la carne cruda, è necessario privarla nella maniera più accurata possibile del grasso in eccesso e delle ossa. I tempi di conservazione sono piuttosto variabili, e vanno dai due/tre mesi di carne macinata e salsiccia fresca sino ai 12 mesi dell’agnello tagliato in pezzi grossolani. Le bistecche di maiale si conservano fino a quattro mesi, mentre quelle di manzo sino a nove.
Anche la selvaggina e il pollame possono essere congelati (interi o in parti), ma prima devono essere accuratamente spellati (o spennati) e privati delle interiora. I tempi di conservazione sono piuttosto lunghi: pollo, anitra, fagiano e faraona possono durare fino a 12-24 mesi, mentre coniglio e lepre per 8-12 mesi.
Un discorso diverso riguarda le carni lavorate, come ad esempio quelle affumicate o gli affettati: non è consigliabile congelarle, poiché questo processo determina la perdita significativa dei profumi e della consistenza.
Pesce, crostacei e molluschi
Il pesce deve essere congelato freschissimo, se possibile appena pescato o comunque entro la giornata di cattura. Questo prodotto è infatti estremamente delicato, e già a distanza di poco tempo dalla morte dell’animale i microorganismi cominciano a svilupparsi, con tassi proporzionali alle temperature. In particolare, i pesci “magri” (orata, branzino, pagro, ecc.) tendono a conservarsi leggermente più a lungo di quelli “grassi” (sardina, salmone, sgombro, anguilla, ecc.). Prima del congelamento è indispensabile privare il pesce delle interiora ed eventualmente sfilettarlo, anche se si può tranquillamente conservare intero.
Merluzzo e spigola sono fra i pesci che più si conservano in freezer (fino a 10-12 mesi), mentre in genere per le altre specie il periodo di congelamento ottimale va dai due ai sei mesi, essendo funzione diretta del contenuto in grasso della carne.
Crostacei e molluschi si conservano piuttosto bene proprio perché poveri di grassi. I crostacei devono essere congelati crudi (eventualmente privandoli della testa), mentre aragoste e scampi possono essere scottati in acqua bollente per alcuni minuti prima di essere messi nel congelatore. I molluschi come cozze, mitili, vongole devono essere puliti con attenzione dai residui di sabbia, fatti aprire mediante il calore, sgusciati e riposti in contenitori a tenuta ermetica insieme a un po’ di acqua di cottura ben filtrata.
Latte e formaggi
Latte, panna da cucina, panna montata e burro possono essere congelati senza problemi. L’unica accortezza pratica è quella di suddividerli in piccole dosi, non superiori ai 250 grammi. (Piccola curiosità: fra le mamme che allattano è abbastanza diffusa l’abitudine di congelare il latte materno, da riservare ai periodi meno “produttivi!”).
Anche i formaggi freschi e ricchi di acqua si possono congelare con buoni risultati, mentre quelli stagionati e più “secchi” spesso si sgretolano durante il decongelamento (appare comunque abbastanza inutile congelare un formaggio stagionato, che di per sé si conserva molto bene anche solo in frigorifero). Se proprio necessario, possiamo conservare in freezer i formaggi a pasta dura, come ad esempio Grana Padano o Parmigiano Reggiano, purché grattugiati.
Uova
Mentre è sconsigliabile congelare le uova sode, per le uova crude non ci sono problemi. È opportuno dividere gli albumi dai tuorli, e congelarli separatamente; un trucco molto utilizzato è quello di metterli in freezer all’interno delle vaschette del ghiaccio, per poi riporre i “cubetti d’uovo” in appositi sacchettini di plastica.
Di minor praticità, poiché non permette la distinzione fra tuorli ed albumi (che potrebbero venirci comodo poi separatamente, per diverse preparazioni), è il congelamento dell’uovo intero. Le uova vanno private del guscio, sbattute e a questo composto va aggiunto un pizzico di sale e zucchero, dopodiché si possono congelare con il metodo delle vaschette sopra descritto.
Pietanze cucinate
Classico esempio sono i sughi per la pasta, che possono essere cucinati in una sola volta in grandi quantità, e poi congelati in comode porzioni alle quali attingere in futuro: ad esempio, ragù, pesto e sughi al pomodoro si conservano tranquillamente fino a tre mesi. Anche arrosti ed involtini si conservano abbastanza bene (fino a tre mesi), così come il brodo di carne e i minestroni di legumi o verdure. Lasagne, crespelle e sformati si possono conservare in freezer altrettanto bene, sia crudi che già cotti (alternativa molto pratica)."
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[i]"[b]SURGELARE E CONGELARE I CIBI: NON È LA STESSA COSA[/b]
Spesso questi due termini vengono usati in sostituzione l’uno dell’altro, ma si tratta di un errore piuttosto comune. Qual è dunque la differenza fra surgelamento e congelamento?
Per “surgelamento” si intende quel procedimento industriale che, mediante l’utilizzo di macchinari estremamente potenti, porta rapidamente i prodotti a temperature molto basse (nella fase iniziale del processo anche a –80°C, per poi non superare i –18°C). La rapidità di questo processo è il fattore chiave: avvenendo in tempi molto brevi, all’interno dei prodotti si formano cristalli di ghiaccio di dimensioni estremamente ridotte, che una volta scongelati lasciano sostanzialmente inalterate le caratteristiche del prodotto.
Il processo di “congelamento”, invece, è quello che accade tutte le volte che riponiamo qualcosa nel freezer di casa. Il classico congelatore integrato nel frigorifero arriva a temperature generalmente comprese fra –6 e –18°C, perciò la formazione di cristalli di ghiaccio avviene più lentamente: ciò comporta la presenza di cristalli di dimensioni maggiori rispetto a quelli prodotti mediante il surgelamento. Come ben noto, la formazione di ghiaccio comporta un aumento in termini di volume e i grossi cristalli letteralmente fanno “esplodere” le strutture cellulari dei cibi. Al momento dello scongelamento, i cibi possono apparire afflosciati a causa della perdita di acqua. E con l’acqua se ne vanno irrimediabilmente anche le sostanze nutritive.
Dunque, i surgelati prodotti a livello industriale sono l’unico modo di preservare correttamente i cibi? Certamente no: esistono degli accorgimenti che permettono un’ottimale conservazione dei cibi anche a livello casalingo.
Quali sono i vantaggi del congelamento? Ovviamente, i prodotti si conservano molto più a lungo e questo ci consente di poter disporre di alcuni cibi che si trovano solo in periodi determinati dell’anno. Pensiamo ad esempio alla selvaggina, ai frutti di bosco, ed a tutti quegli alimenti di origine vegetale che risentono della stagionalità. Ma possiamo anche decidere di congelare perché abbiamo acquistato all’ingrosso (risparmiando) una grande quantità di prodotto che vogliamo consumare dilazionato nel un tempo. Oppure possiamo mettere in freezer piatti già pronti preparati da noi, come ad esempio sughi o arrosti, da scongelare in futuro nei casi di “emergenza” o quando la voglia di mettersi ai fornelli sarà particolarmente limitata.
[b]Conoscere bene il proprio congelatore
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Prima di tutto, è necessario conoscere nel dettaglio le caratteristiche del nostro elettrodomestico. Per quanto riguarda i congelatori, se ne trovano in genere abbinati al tradizionale frigorifero, ma esistono anche modelli più grandi e capienti (fino a 800 litri) che funzionano in autonomia. Che sia indipendente o integrato, ciascun congelatore è comunque contrassegnato da un simbolo grafico, ovvero una o più stelle, che permettono di identificare rapidamente la temperatura ed il periodo di conservazione garantiti (vedi tabella).
La principale differenza sta nella durata massima della conservazione, che indicativamente va da una settimana ad un anno; inoltre, mentre tutti i congelatori sono in grado di conservare i surgelati acquistati al supermercato, solo quelli che ricadono nella categoria “4 stelle” possono congelare efficacemente gli alimenti freschi.
I principali modelli di congelatore sono quelli “a banco” e “a muro”. I primi sono simili a grosse cassapanche, con un coperchio incernierato che si apre verso l’alto, gli altri invece assomigliano invece ai classici frigoriferi, e si aprono in modo analogo verso l’esterno. Entrambe le tipologie presentano pregi e difetti: mentre nei freezer a banco non si ha dispersione durante l’apertura dello sportello (perché il freddo tende a rimanere nelle zone basse), è difficile accedere ai prodotti sul fondo del congelatore, oppure a quelli ricoperti da altri cibi e pertanto non visibili. Ciò non accade nei congelatori verticali, che sono dotati di ripiani estraibili che consentono di trovare con rapidità quello che stiamo cercando. Purtroppo, l’apertura su tutta l’altezza del congelatore fa sì che il freddo tenda a disperdersi velocemente, pregiudicando potenzialmente le condizioni di conservazione ottimale.
La scelta di un modello o dell’altro va valutata caso per caso in base alle proprie esigenze, ma indipendentemente da questo è importante posizionare il nostro elettrodomestico lontano da qualsiasi fonte di luce diretta o di calore: una cantina o un garage sono il luogo ideale. Per garantire il corretto funzionamento dell’impianto refrigerante, è opportuno posizionare il freezer ad una distanza di almeno 10-15 cm dal muro: questo spazio consentirà la giusta circolazione di aria e il raffreddamento del motore.
[b]Quali sono i cibi che si possono congelare[/b]
La regola generale indica che i fattori maggiormente in grado di influenzare la conservabilità sono rappresentati dal contenuto di acqua e dal tenore di grasso: più ce n’è, e meno il prodotto si conserva. Quindi, nonostante le tecnologie a disposizione e la nostra buona volontà, alcuni cibi proprio non si possono congelare. Quali? Ad esempio, maionese e salse a base di uova, creme, besciamella, budini, uova sode, alcuni tipi di verdura. E per gli altri cibi, esistono accorgimenti specifici caso per caso. Vediamo quali sono.
[b]Carne[/b]
Prima di congelare la carne cruda, è necessario privarla nella maniera più accurata possibile del grasso in eccesso e delle ossa. I tempi di conservazione sono piuttosto variabili, e vanno dai due/tre mesi di carne macinata e salsiccia fresca sino ai 12 mesi dell’agnello tagliato in pezzi grossolani. Le bistecche di maiale si conservano fino a quattro mesi, mentre quelle di manzo sino a nove.
Anche la selvaggina e il pollame possono essere congelati (interi o in parti), ma prima devono essere accuratamente spellati (o spennati) e privati delle interiora. I tempi di conservazione sono piuttosto lunghi: pollo, anitra, fagiano e faraona possono durare fino a 12-24 mesi, mentre coniglio e lepre per 8-12 mesi.
Un discorso diverso riguarda le carni lavorate, come ad esempio quelle affumicate o gli affettati: non è consigliabile congelarle, poiché questo processo determina la perdita significativa dei profumi e della consistenza.
[b]Pesce, crostacei e molluschi[/b]
Il pesce deve essere congelato freschissimo, se possibile appena pescato o comunque entro la giornata di cattura. Questo prodotto è infatti estremamente delicato, e già a distanza di poco tempo dalla morte dell’animale i microorganismi cominciano a svilupparsi, con tassi proporzionali alle temperature. In particolare, i pesci “magri” (orata, branzino, pagro, ecc.) tendono a conservarsi leggermente più a lungo di quelli “grassi” (sardina, salmone, sgombro, anguilla, ecc.). Prima del congelamento è indispensabile privare il pesce delle interiora ed eventualmente sfilettarlo, anche se si può tranquillamente conservare intero.
Merluzzo e spigola sono fra i pesci che più si conservano in freezer (fino a 10-12 mesi), mentre in genere per le altre specie il periodo di congelamento ottimale va dai due ai sei mesi, essendo funzione diretta del contenuto in grasso della carne.
Crostacei e molluschi si conservano piuttosto bene proprio perché poveri di grassi. I crostacei devono essere congelati crudi (eventualmente privandoli della testa), mentre aragoste e scampi possono essere scottati in acqua bollente per alcuni minuti prima di essere messi nel congelatore. I molluschi come cozze, mitili, vongole devono essere puliti con attenzione dai residui di sabbia, fatti aprire mediante il calore, sgusciati e riposti in contenitori a tenuta ermetica insieme a un po’ di acqua di cottura ben filtrata.
[b]Latte e formaggi[/b]
Latte, panna da cucina, panna montata e burro possono essere congelati senza problemi. L’unica accortezza pratica è quella di suddividerli in piccole dosi, non superiori ai 250 grammi. (Piccola curiosità: fra le mamme che allattano è abbastanza diffusa l’abitudine di congelare il latte materno, da riservare ai periodi meno “produttivi!”).
Anche i formaggi freschi e ricchi di acqua si possono congelare con buoni risultati, mentre quelli stagionati e più “secchi” spesso si sgretolano durante il decongelamento (appare comunque abbastanza inutile congelare un formaggio stagionato, che di per sé si conserva molto bene anche solo in frigorifero). Se proprio necessario, possiamo conservare in freezer i formaggi a pasta dura, come ad esempio Grana Padano o Parmigiano Reggiano, purché grattugiati.
[b]Uova[/b]
Mentre è sconsigliabile congelare le uova sode, per le uova crude non ci sono problemi. È opportuno dividere gli albumi dai tuorli, e congelarli separatamente; un trucco molto utilizzato è quello di metterli in freezer all’interno delle vaschette del ghiaccio, per poi riporre i “cubetti d’uovo” in appositi sacchettini di plastica.
Di minor praticità, poiché non permette la distinzione fra tuorli ed albumi (che potrebbero venirci comodo poi separatamente, per diverse preparazioni), è il congelamento dell’uovo intero. Le uova vanno private del guscio, sbattute e a questo composto va aggiunto un pizzico di sale e zucchero, dopodiché si possono congelare con il metodo delle vaschette sopra descritto.
[b]Pietanze cucinate[/b]
Classico esempio sono i sughi per la pasta, che possono essere cucinati in una sola volta in grandi quantità, e poi congelati in comode porzioni alle quali attingere in futuro: ad esempio, ragù, pesto e sughi al pomodoro si conservano tranquillamente fino a tre mesi. Anche arrosti ed involtini si conservano abbastanza bene (fino a tre mesi), così come il brodo di carne e i minestroni di legumi o verdure. Lasagne, crespelle e sformati si possono conservare in freezer altrettanto bene, sia crudi che già cotti (alternativa molto pratica)."[/i]