da Bioeco » 28/04/2016, 21:24
Che cos'è il Glifosato?
Il
Glifosato o
Glifosate è un noto erbicida, un composto chimico inibitore dell'enzima
3-fosfoshikimato 1-carbossiviniltransferasi (o EPSPS).
E' dunque un diserbante totale, cioè uccide tutte le erbe che ne vengono a contatto, quindi è fitotossico per tutte le piante.
Questo erbicida viene utilizzato a partire dagli anni '70 e dal 2001 la sua produzione è divenuta libera a seguito della scadenza del brevetto in mano alla
Monsanto.
Per la sua azione ad ampio spettro, viene impiegato in agricoltura da vari paesi in tutto il mondo, si stima circa 130 paesi, fra cui l'Europa.
In Italia è stato stimato fra i diserbanti più utilizzati.
Come agisce il Glifosato?
E' un erbicida sistemico, penetra a partire dalle foglie e poi si trasferisce in tutte le altre parti della pianta attraverso la linfa vegetale.
Questa caratteristica lo rende efficace a distruggere, devitalizzando, anche i residui delle erbe infestanti (rizomi, radici, ecc...) evitando così la possibile ricrescita.
Viene assorbito dalla pianta in 5-6 ore e l'effetto del disseccamento si avrà in 10-15 giorni dal trattamento.
Il Glifosato è un chelante (sequestrante) molto forte che impedisce alle piante di avere il nutrimento necessario per la sopravvivenza.
Perché è entrato in utilizzo?
Inizialmente il Glifosato si è verificato che avesse una bassa nocività per l'uomo e per l'ambiente, infatti questo composto chimico ha una penetrazione molto bassa nel suolo che si limita ad una profondità di circa 20 centimetri.
Inoltre è di facile degrado in quanto viene attaccato e distrutto da batteri presenti nel suolo.
Si pensa quindi che la probabilità che i residui di Glifosato arrivino nel sottosuolo raggiungendo le falde acquifere è molto bassa.
Sembra, inoltre, che il suo utilizzo eviti di sottoporre il suolo destinato a coltivazione ad arature profonde, con l'agevolazione che il terreno si degrada di meno.
Il Glifosato è tossico?
Nel 2012 la rivista
Food and Chemical Toxicology pubblicò uno studio di
Gilles-Éric Séralini e collaboratori che evidenziava grave patogenicità e cancerogenicità nei ratti, ma la ricerca, in seguito, fu ritirata per le critiche ricevute dalla comunità scientifica in merito alle errate metodologie di utilizzo dei dati e sull'affidabilità dei risultati dello studio.
Nel marzo 2015, l'organismo internazionale IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato la sostanza e fitofarmaci che la contengono come "probabile cancerogena per l'uomo" inserendola nella categoria 2A. Studi in laboratorio hanno dimostrato che il glifosato induce nelle cellule danni a livello genetico e stress ossidativo. Escludendo un lieve incremento di linfomi non Hodgkin tra gli agricoltori esposti, le prove di carcinogenicità sull'uomo e sugli animali sono limitate.
L'inclusione nella lista 2A dello International Agency for Research on Cancer ne equipara la cancerogenicità a quella delle patatine fritte o del mate, la bevanda tradizionale di vari paesi latinoamericani.
A novembre 2015, l'EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, con una procedura che prevede una valutazione tecnica da parte di un ente di uno stato membro, in questo caso il BfR tedesco, ha concluso che "è improbabile che il Glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l'uomo" e ne ha proposto "nuovi livelli di sicurezza che renderanno più severo il controllo dei residui di Glifosato negli alimenti".
La valutazione dell'EFSA, che valuta il prodotto come "improbabile cancerogeno" a differenza dello IARC che lo valuta come "probabile cancerogeno", è stata criticata con una lettera aperta a Vytenis Andriukaitis, commissario UE per la salute e la sicurezza alimentare, sottoscritta da 90 scienziati a cui l'EFSA ha replicato difendendo la correttezza delle procedure e valutazioni implementate.
Attualmente alcuni paesi come El Salvador, Sri Lanka e Bermuda lo hanno vietato.
Glifosato ritrovato negli alimenti
Già ritrovato in
14 marche di birre tedesche (
Beck’s, Paulaner, Warsteiner, Krombacher, Oettinger, Bitburger, Veltins, Hasseroeder, Radeberger, Erdinger, Augustiner, Franziskaner, König Pilsener e Jever), nelle urine dei cittadini tedeschi e nel latte materno delle donne statunitensi, tracce di Glifosato sono state ritrovate anche negli alimenti italiani.
In Italia sono stati eseguiti dal
Test-Salvagente delle analisi su alimenti come pasta, fette biscottate e cereali corn flakes.
Inoltre è stata analizzata l'acqua potabile di 26 campioni provenienti da diverse città italiane, in due di questi campioni (della città di Brusnego in provincia di Biella e di Campo Galliano in provincia di Modena), è stato trovato
Ampa (cioè un derivato tossico del Glifosato) in concentrazioni superiori ai limiti stabiliti per legge, ma il problema è che nessuna regione ha finora preso l'impegno nonostante le raccomandazioni comunitarie, di testare le proprie acque potabili per cercare la presenza di tali sostanze tossiche.
"I residui riscontrati nei prodotti a base di cereali sono sempre stati inferiori ai limiti di legge, ma testimoniano una contaminazione molto diffusa del glifosato nel cibo e poco evitabile dai consumatori di prodotti da agricoltura convenzionale.
Per quanto riguarda i corn flakes, è stato rintracciato il glifosato nei Kellogg’s All brain plus bastoncini, con 0,140 mg/Kg di glifosato. Presente anche nelle fette integrali Gentilini (0,130 mg/Kg), nelle farine magiche Manitoba La Conte (0,023 mg/Kg) e nella farina d’America Manitoba Molino Spadoni (0,098 mg/Kg).
Per quanto riguarda la pasta, tracce di glifosato sono state trovate negli spaghetti Colavita (0,019 mg/Kg), negli spaghetti del Verde (0,083 mg/Kg), nelle penne ziti rigate Divella (0,033 mg/Kg), negli spaghetti Divella (0,038 mg/Kg), nella Mafalda corta Garofalo (0,043 mg/Kg), negli spaghetti Italiamo Lidl (0,070 mg/Kg), nelle farfalle rigate La Molisana (0,160 mg/Kg) e negli spaghetti La Molisana (0,056 mg/Kg)." (Informazioni tratte dal sito lifegate.it)
Le ultime notizie riguardo l'utilizzo regolamentato del Glifosato sono le seguenti:
"Uno stop all'utilizzo dell’erbicida, classificato probabile cancerogeno dallo Iarc e assolto invece dall’Efsa, poteva essere dato pochi giorni fa a livello europeo, ma così non è stato. Lo scorso 13 aprile, infatti, il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di approvare l’autorizzazione all’uso del diserbante per altri 7 anni, al posto dei 15 inizialmente previsti, scontentando i consumatori e l’intera coalizione Stop Glifosato. “Le anticipazioni sulle intenzioni della Commissione Ue non vanno nella direzione degli interessi dei cittadini. (Informazioni tratte da lifegate.it)"
Come evitare il Glifosato negli alimenti?
Al momento l'unica difesa del consumatore per evitare di ingerire cibi che contengono glifosato, e il cui consumo protratto e da diverse fonti può creare un accumulo nocivo all'interno dell'organismo è quello di scegliere il più possibile alimenti di coltivazione biologica certificati con il marchio riconosciuto.

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[b]Che cos'è il Glifosato?[/b]
Il [i]Glifosato[/i] o [i]Glifosate[/i] è un noto erbicida, un composto chimico inibitore dell'enzima [i]3-fosfoshikimato 1-carbossiviniltransferasi (o EPSPS)[/i].
E' dunque un diserbante totale, cioè uccide tutte le erbe che ne vengono a contatto, quindi è fitotossico per tutte le piante.
Questo erbicida viene utilizzato a partire dagli anni '70 e dal 2001 la sua produzione è divenuta libera a seguito della scadenza del brevetto in mano alla [i]Monsanto[/i].
Per la sua azione ad ampio spettro, viene impiegato in agricoltura da vari paesi in tutto il mondo, si stima circa 130 paesi, fra cui l'Europa.
In Italia è stato stimato fra i diserbanti più utilizzati.
[b]Come agisce il Glifosato?[/b]
E' un erbicida sistemico, penetra a partire dalle foglie e poi si trasferisce in tutte le altre parti della pianta attraverso la linfa vegetale.
Questa caratteristica lo rende efficace a distruggere, devitalizzando, anche i residui delle erbe infestanti (rizomi, radici, ecc...) evitando così la possibile ricrescita.
Viene assorbito dalla pianta in 5-6 ore e l'effetto del disseccamento si avrà in 10-15 giorni dal trattamento.
Il Glifosato è un chelante (sequestrante) molto forte che impedisce alle piante di avere il nutrimento necessario per la sopravvivenza.
[b]Perché è entrato in utilizzo?[/b]
Inizialmente il Glifosato si è verificato che avesse una bassa nocività per l'uomo e per l'ambiente, infatti questo composto chimico ha una penetrazione molto bassa nel suolo che si limita ad una profondità di circa 20 centimetri.
Inoltre è di facile degrado in quanto viene attaccato e distrutto da batteri presenti nel suolo.
Si pensa quindi che la probabilità che i residui di Glifosato arrivino nel sottosuolo raggiungendo le falde acquifere è molto bassa.
Sembra, inoltre, che il suo utilizzo eviti di sottoporre il suolo destinato a coltivazione ad arature profonde, con l'agevolazione che il terreno si degrada di meno.
[b]Il Glifosato è tossico?[/b]
Nel 2012 la rivista [i]Food and Chemical Toxicology[/i] pubblicò uno studio di [i]Gilles-Éric Séralini[/i] e collaboratori che evidenziava grave patogenicità e cancerogenicità nei ratti, ma la ricerca, in seguito, fu ritirata per le critiche ricevute dalla comunità scientifica in merito alle errate metodologie di utilizzo dei dati e sull'affidabilità dei risultati dello studio.
Nel marzo 2015, l'organismo internazionale IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato la sostanza e fitofarmaci che la contengono come "probabile cancerogena per l'uomo" inserendola nella categoria 2A. Studi in laboratorio hanno dimostrato che il glifosato induce nelle cellule danni a livello genetico e stress ossidativo. Escludendo un lieve incremento di linfomi non Hodgkin tra gli agricoltori esposti, le prove di carcinogenicità sull'uomo e sugli animali sono limitate.
L'inclusione nella lista 2A dello International Agency for Research on Cancer ne equipara la cancerogenicità a quella delle patatine fritte o del mate, la bevanda tradizionale di vari paesi latinoamericani.
A novembre 2015, l'EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, con una procedura che prevede una valutazione tecnica da parte di un ente di uno stato membro, in questo caso il BfR tedesco, ha concluso che "è improbabile che il Glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l'uomo" e ne ha proposto "nuovi livelli di sicurezza che renderanno più severo il controllo dei residui di Glifosato negli alimenti".
La valutazione dell'EFSA, che valuta il prodotto come "improbabile cancerogeno" a differenza dello IARC che lo valuta come "probabile cancerogeno", è stata criticata con una lettera aperta a Vytenis Andriukaitis, commissario UE per la salute e la sicurezza alimentare, sottoscritta da 90 scienziati a cui l'EFSA ha replicato difendendo la correttezza delle procedure e valutazioni implementate.
Attualmente alcuni paesi come El Salvador, Sri Lanka e Bermuda lo hanno vietato.
[b]Glifosato ritrovato negli alimenti[/b]
Già ritrovato in [u]14 marche di birre tedesche[/u] ([i]Beck’s, Paulaner, Warsteiner, Krombacher, Oettinger, Bitburger, Veltins, Hasseroeder, Radeberger, Erdinger, Augustiner, Franziskaner, König Pilsener e Jever[/i]), nelle urine dei cittadini tedeschi e nel latte materno delle donne statunitensi, tracce di Glifosato sono state ritrovate anche negli alimenti italiani.
In Italia sono stati eseguiti dal [b]Test-Salvagente[/b] delle analisi su alimenti come pasta, fette biscottate e cereali corn flakes.
Inoltre è stata analizzata l'acqua potabile di 26 campioni provenienti da diverse città italiane, in due di questi campioni (della città di Brusnego in provincia di Biella e di Campo Galliano in provincia di Modena), è stato trovato [b][i]Ampa[/i][/b] (cioè un derivato tossico del Glifosato) in concentrazioni superiori ai limiti stabiliti per legge, ma il problema è che nessuna regione ha finora preso l'impegno nonostante le raccomandazioni comunitarie, di testare le proprie acque potabili per cercare la presenza di tali sostanze tossiche.
[i]"I residui riscontrati nei prodotti a base di cereali [b]sono sempre stati inferiori ai limiti di legge, ma testimoniano una contaminazione molto diffusa del glifosato nel cibo e poco evitabile dai consumatori di prodotti da agricoltura convenzionale. [/b]
Per quanto riguarda i corn flakes, è stato rintracciato il glifosato nei [b]Kellogg’s All brain plus bastoncini, con 0,140 mg/Kg di glifosato[/b]. Presente anche nelle [b]fette integrali Gentilini (0,130 mg/Kg), nelle farine magiche Manitoba La Conte (0,023 mg/Kg) e nella farina d’America Manitoba Molino Spadoni (0,098 mg/Kg).[/b]
Per quanto riguarda la pasta, tracce di glifosato sono state trovate negli [b]spaghetti Colavita (0,019 mg/Kg), [/b][b]negli spaghetti del Verde (0,083 mg/Kg), nelle penne ziti rigate Divella (0,033 mg/Kg), negli spaghetti Divella (0,038 mg/Kg), nella Mafalda corta Garofalo (0,043 mg/Kg), negli spaghetti Italiamo Lidl (0,070 mg/Kg), nelle farfalle rigate La Molisana (0,160 mg/Kg) e negli spaghetti La Molisana (0,056 mg/Kg)[/b]." (Informazioni tratte dal sito lifegate.it)[/i]
Le ultime notizie riguardo l'utilizzo regolamentato del Glifosato sono le seguenti:
[i]"Uno stop all'utilizzo dell’erbicida, classificato probabile cancerogeno dallo Iarc e assolto invece dall’Efsa, poteva essere dato pochi giorni fa a livello europeo, ma così non è stato. Lo scorso 13 aprile, infatti, il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di approvare l’autorizzazione all’uso del diserbante per altri 7 anni, al posto dei 15 inizialmente previsti, scontentando i consumatori e l’intera coalizione Stop Glifosato. “Le anticipazioni sulle intenzioni della Commissione Ue non vanno nella direzione degli interessi dei cittadini. (Informazioni tratte da lifegate.it)"[/i]
[b]Come evitare il Glifosato negli alimenti?[/b]
Al momento l'unica difesa del consumatore per evitare di ingerire cibi che contengono glifosato, e il cui consumo protratto e da diverse fonti può creare un accumulo nocivo all'interno dell'organismo è quello di scegliere il più possibile alimenti di coltivazione biologica certificati con il marchio riconosciuto.
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